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Attualità

“Non lo capite? Vi dicono che è gratis, ma usano i vostri dati per spennarvi” ► Duranti

Tutto a portata di mano, tutto subito, tutto gratis: è questo il bello del web! O no? La gran parte delle applicazioni che abbiamo su cellulari e dispositivi elettronici la scarichiamo gratuitamente. Spesso ci stufiamo di pubblicità pop-up e video “skippabili” che si attivano in autoplay, ma li sopportiamo pur di continuare a usufruire di questo o quel programma, videogioco o strumento. E quando un’app oltre a essere gratis e anche priva di annunci sembra quasi di aver fatto l’affare del secolo. Ma cosa c’è dietro tutto questo?

Il dibattito sulla questione è acceso ormai da tempo. Ogni giorno milioni e milioni di dati personalissimi circolano da un dispositivo all’altro passando sempre per qualche “contenitore” che volente o nolente li conserva. Per farci cosa? È legale? E il rispetto della privacy?

È di questo che si è discusso a ‘Un giorno speciale’. Sul tema Fabio Duranti non ha dubbi: è da sciocchi credere che esistano dei benefattori che ci permettono di utilizzare i loro prodotti per niente in cambio. Il perché lo ha spiegato in questo intervento in diretta con Francesco Vergovich.

“Non lo capite? Vi dicono che è gratis, ma usano i vostri dati per spennarvi” ► Duranti

“La fregatura che sta dietro la tecnologia noi non la vediamo ma è gigantesca. Prendiamo ad esempio WhatsApp: ce l’hanno tutti! In Italia sono 40 milioni su 60. Facebook se l’è comprato. La domanda è: è gratuito? Sì. E dove guadagna? Chi ci guadagna? Cose gratuite non ne esistono. Pubblicità non ce ne sono. Dietro tutto quello che noi facciamo c’è un privato che ci lucra. Non esiste il benefattore!

E allora che ci guadagna Zuckerberg? Non sarà forse che quando mandiamo messaggi o ci facciamo le videochiamate, che ovviamente vengono tutte registrate anche se dicono di no, tutte queste cose gli servono per gestire gli annunci pubblicitari su Facebook? O le vendono a Google? O le vendono ad altri? Non sarà che i polli siamo noi? Che il guadagno siamo noi?

C’è un mercato incredibile dei vostri dati. Sei un pollo da batteria, resterai un pollo da batteria anche se non te ne accorgi e attenzione perché prima o poi ti spennano”.


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