Xi Jinping ha violato il trattato con Londra del 1997, con il quale quest’ultima restituiva a Pechino il controllo di Hong Kong, preservandone il sistema democratico e l’autonomia per gli affari interni.
Con la nuova legge sulla sicurezza nazionale di fatto Xi Jinping vuole abolire tutto questo.
Ma perché il presidente cinese si è reso protagonista di un atto tanto aggressivo?
La verità è che la Cina sole espandersi estirpando le democrazie che incontra sul suo cammino: ora è la volta di Hong Kong, poi toccherà a Taiwan, che ha eletto un presidente con un programma di indipendenza permanente dalla Cina.
Il mondo delle democrazie europee deve opporsi, ora o mai più. Segnali di cedimento renderebbero la questione irreversibile e naturalmente nessuno si augura anche la cosa debba risolversi con uno scontro frontale con l’America.
Per evitare tutto questo gli europei dovrebbero unirsi con forza all’America, ma questo non accade a causa della Germania, palesemente filocinese.
È importante che il nostro Governo capisca la rilevanza non solo di dialogare con l’alleato atlantico in funzione anticinese, ma di opporsi immediatamente alle mire di Xi Jinping per la questione di Hong Kong.
E’ questo infatti l’ago della bilancia sul quale il presidente cinese valuterà se in Europa esistono democrazie pronte a tutelarsi o se invece può avanzare indisturbato.
La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo
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