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Attualità

Ponte sullo Stretto: finiamola con la stucchevole retorica delle grandi opere (inutili)

Siamo tornati alla storia del Ponte sullo Stretto di Messina o meglio del collegamento fra la Sicilia e il resto d’Europa, oltre che il resto d’Italia. Non c’è nemmeno un Premier, un nostro Primo Ministro, che riesca ad esimersi dall’auspicare un collegamento rapido tra Reggio Calabria e Messina, salvo fare l’unica cosa che si dovrebbe ossia rendere il collegamento navale ecologicamente sostenibile, più rapido e migliore per il traffico delle due città.

Questo lo si potrebbe fare con una spesa diversa e decine di volte inferiore a quella di qualsiasi altro collegamento rendendo navi pulite e più veloci, risistemando i moli di attracco nelle due zone.

Vale la pena ricordare che nessun collegamento diretto di ponte o di tunnel sottomarino o appoggiato sul fondo che sia, è veloce per chi si muove a piedi come la nave.
Di quei 15.000 pendolari che fanno avanti e indietro tra Sicilia e Calabria, e che partono da Reggio Calabra e Messina, quasi 12.000 lo fanno senza prendere l’autovettura perché non gli conviene. Prendono il traghetto, ci mettono 20-25 minuti e poi sono da un’altra parte senza dover parcheggiare l’autovettura. Per qualsiasi altro collegamento se lo fai con l’automobile devi prendere appunto l’auto, uscire da Calabria o da Messina, andare all’imbocco del ponte, attraversare e poi entrare e parcheggiare nell’altra città.
In sostanza nessuno ci guadagna tempo.

Per quello che riguarda i flussi sulle lunghe percorrenze questi avrebbero senso se il collegamento fosse anche stabilmente ferroviario ma, anche qui, perché un collegamento fosse anche remunerativo, ci vorrebbero centomila passaggi quando oggi ce ne sono grosso modo diecimila o anche meno. Nessuno si mette a costruire una cosa del genere con i tempi di concessione che in Europa non possono superare i trent’anni se non imponendo pedaggi stratosferici.

E’ inutile ingegnarsi a fare opere di collegamento quando solo il 25% degli edifici di Calabria e Messina potrebbe resistere a un terremoto di magnitudo 7,1-7,5.
Queste considerazioni, se non vogliamo un ponte moderno che unisca due cimiteri, andrebbero fatte prima. Forse sarebbe bene farla finita con questa stucchevole cosa di fare grandi opere. Questo paese ha bisogno di piccole e medie opere, tante e subito.


GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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Mario Tozzi

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