Fuori controllo e sotto pressione: ecco lo stato d’assedio a cui è sottoposta la Sicilia da quando con il bel tempo ed il mare piatto è ripresa la stagione degli sbarchi. Questa volta con l’aggiunta del covid, che conferisce insicurezza ad una regione di per sé già instabile.
La sensazione, confermata dalle parole dei sindaci del territorio intervenuti a “Lavori in Corso”, è che il problema venga sempre risolto in maniera non strutturale, ma emergenziale. Ne parla il primo cittadino di Caltanissetta Roberto Gambino quando afferma che “bisogna prendere delle decisioni direttamente lì, a Tunisi, ma questo è un discorso lungo e mai affrontato a pieno”.
Invece restano ancora inascoltati gli appelli dei cittadini siciliani ed italiani sia livello nazionale, che comunitario. Così le prime conseguenze ricadono nei porti dell’isola, mentre le primissime istanze di aiuto vengono raccolte dalla comunità di Lampedusa. “Sta accadendo qualcosa che non era previsto – afferma il sindaco Salvatore Martello – l’aumento, anche esagerato, degli sbarchi. E’ un viavai continuo”.
Le quattro città maggiormente esposte agli sbarchi e di conseguenza alla carenza di strutture e posti a disposizione sono Pozzallo, Porto Empedocle, Lampedusa e Caltanissetta. I sindaci delle ultime due città siciliane, sono stati intervistati da Luigia Luciani. Ecco il loro intervento a “Lavori in Corso”.
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