Come prevedibile si è registrato un grande successo per Putin in Russia. Ovviamente i cani da guardia a stelle e strisce, il clero giornalistico e i teorici della open society hanno ringhiato furenti. Sostengono che in Russia vi sia stato un broglio elettorale e che al Cremlino vige la dittatura.
In Russia vi è stato un plebiscito per Putin. A decretarlo non è stata solo la riforma costituzionale che permetterà a Putin di governare ancora. Accanto a ciò vi sono state riforme come l’aumento periodico delle pensioni e la garanzia di un salario minimo.
Insomma mentre in Europa e negli Stati Uniti si celebra il liberismo, ossia il cannibalismo e la legge del più forte, la Russia si dirige verso un nuovo keynesismo. Non stupisce che i guerriglieri dell’arcobaleno e le brigate fucsia siano furenti. Per loro la libertà è senza Stati nazionali, cioè colonizzati dalla monarchia dell’hamburger.
Invece no, ci sta pensando Putin a risollevare la Russia. Facendo di essa una potenza mondiale, sovrana, autonomia, indisponibile ad essere colonia di Washington. Bisogna avere chiaro questo punto: quella di Mosca è una democrazia non liberista. Una forma non accettabile per l’Unione europea, che del liberismo non democratico è ormai il tempio senz’anima. Ecco come la Russia svolge un ruolo fondamentale di resistenza alla mondializzazione dei mercati.
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