“Quando sento dire delle cose sul gruppo mi arrabbio. I miei ragazzi non me li deve toccare nessuno”. Simone Inzaghi sale in cattedra. Le dichiarazioni del mister biancoceleste non sono certo passate inosservate nell’immediato post partita contro la Juventus.
Una sconfitta per 2-1 che, considerando i numeri desolanti offerti dalla Lazio in questa ripresa del campionato, lascia un colossale amaro in bocca. Comprendere i motivi del crollo di Luis Alberto e compagni non è un’impresa agevole. Tante le motivazioni elevate nel dibattito tra opinionisti e addetti ai lavori.
Nel pomeriggio di ‘Radio Radio Lo Sport’ è intervenuto Angelo Gregucci, ex colonna difensiva della amatissima Lazio dei -9 guidata da mister Fascetti.
“Penso sia corretto andare a difendere un gruppo che ha dato enormi soddisfazioni a Simone Inzaghi e a tutto l’ambiente Lazio. La Lazio cosa paga? Paga un momento emergenziale dove non si avevano riferimenti o connotati su come si doveva ricominciare, soprattutto sul tipo di preparazione che bisognava fare. Poi la Lazio, alla sospensione, aveva tutti i pianeti in fila. Questo vuol dire che il Leicester può vincere lo scudetto in Inghilterra o la Danimarca che può vincere l’Europeo”.
“Se tu andavi allo stadio avevi la sensazione che si stava creando qualcosa di magico, al di là delle qualità singole. Il gruppo aveva completato una crescita e viaggiava con l’ottimismo in poppa. Fermare la magia in quel momento e, dopo una sosta lunga, andarla a ricreare era molto complicato. Inoltre i giocatori che hanno più senso di appartenenza sono venuti a mancare. Per esempio Lulic è importante nel riconoscimento dei momenti importanti nella storia della Lazio”.
“La Lazio ha pagato tutto questo. Pensiamo paradossalmente che nei primi 30 minuti della prima partita di Bergamo, che in teoria dovevano essere i più complicati, la Lazio fece una partita bellissima. Poi prese il 2-1 a fine primo tempo e, pian piano, l’Atalanta gli andò addosso e questo ha un po’ devastato l’ottimismo che c’era. Teoricamente ieri sera la Lazio doveva giocarsi tutto. Guardate la lista dei convocati e potete rendervi conto che le bocche di fuoco erano quasi tutte a casa”.
“Il problema è stato quello di ricominciare con una partita ogni tre giorni per dodici gare. Si sono accumulate problematiche anche di difficile lettura. Voi provate ad immaginare quando ricomincia il campionato e non hai il tempo di preparare bene nessuna gara. Quando non riesci a mettere i giocatori in condizione è tutto più complicato. La procedura attuale è questa: scarico, rifinitura, partita. Il procedimento viene sistematicamente ripetute senza pause. Penso che meglio di Inzaghi nessuno ha la conoscenza di quel gruppo. La Lazio non ha avuto il privilegio di ruotare tanti giocatori insieme e se mancano due giocatori importanti, come Lulic e Leiva, certe situazioni sfuggono. Qualche responsabilità sicuramente ci sarà ma, per cortesia, Simone Inzaghi deve dire quelle parole”.
“Secondo me basterà una discreta, se non importante, campagna di rafforzamento per la prossima stagione. Io sono convinto che la Lazio con questa squadra può fare una grande Champions League”.
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