Lasciamo per un attimo da parte l’effervescente dibattito sul virus per soffermarci su una parola criminale che viene impiegata come se fosse del tutto normale: la parola “negazionismo” in riferimento al virus.
Ebbene, a parte la gran massa di stolti che la usano in maniera irriflessa e automatica (e che come sempre sono gli utili idioti) vi sono anche coloro i quali la usano sapendone il reale significato.
Ebbene, costoro sono inqualificabili. Lo sono dacché equiparano chi ha dei dubbi sulla gestione emergenziale del Covid-19 a chi nega l’esistenza delle camere a gas: questo significa negazionismo in termini tecnici.
Ciò è frutto di ignoranza e, lasciateci dire di più, di malafede.
Questi sacerdoti del politicamente corretto, questi guardiani permanenti dell’ortodossia del nuovo ordine mentale, usano e infangano la memoria della Shoah con il loro uso criminale delle parole.
Chiariamo ancora una volta il punto: il virus esiste ed è al contempo usato come base per una nuova razionalità politica autoritaria, la quale trasforma lo stato d’emergenza in nuova normalità.
Occorre farla finita con l’essere prigionieri del lager mentale e ripetere “negazionisti!”, come manichini caricati in automatico.
Bisogna usare la testa provando a pensare autonomamente.
Ebbene, stanno provando a compiere il sommo crimine: usare ancora una volta la Shoah come arma ideologica per legittimare il potere, uccidendo ancora una volta le vittime dell’orrore nazista, perché vengono incorporate in un progetto ideologico di legittimazione dell’ordine dominante.
Rispettare le vittime della Shoah vuol dire anche non usarne la memoria per fini ideologici legati alla pura gestione del potere.
Non per caso hanno già istituito la giornata della memoria per il covid.
Criticare l’emergenza e la connessa sottrazione di democrazia a cui stiamo assistendo quotidianamente, equivale così a diventare negazioni. Questo è il nuovo ordine della neolingua, il cui compito è sempre e solo quello di negare in partenza ogni possibile dibattito, cosicché sia impossibile anche solo discutere le verità preordinate del potere.
Così, mediante questa scandalosa e barbara analogia con la Shoah, diventa impossibile criticare il regime terapeutico, nel cui nome ci stanno privando di diritti e libertà a cui mai avremmo pensato di dover dire addio.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro
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