“Conoscere per deliberare” affermava lo storico giurista Luigi Einaudi per scuotere la coscienza civica dei cittadini ed invitarli al sapere, prima di agire nella vita democratica del Paese. Insomma, un elevatissimo senso istituzionale e costituzionale che in molti oggi sembrano aver smarrito.
Come dimostra la vicenda che vede coinvolto l’avvocato, Andrea Pruiti Ciarello consigliere di amministrazione proprio della fondazione che porta il nome del giurista richiamato sopra. Incarnando il verbo di Einaudi, l’avvocato Pruiti Ciarello si è mosso per vie legali nei confronti del Governo perché ha respinto la richiesta di presa visione degli atti che dallo scorso marzo promulga l’Esecutivo in materia di coronavirus.
La vicenda però non si è fermata lì. Il membro della Fondazione Einaudi ha deciso, insieme a due colleghi, di presentare ricorso contro il no del Governo al Tar del Lazio, che lo scorso 22 luglio si è espresso a favore dell’azione di Pruiti Ciarello.
E adesso? Il Governo ha presentato ricorso alla sentenza del Tar presso l’Avvocatura dello Stato e sarà il Consiglio di Stato a prendere una decisione. Per commentare questa tortuosa vicenda giudiziaria, Luigia Luciani e Stefano Molinari hanno dato spazio alla voce dell’avvocato che ne è stato protagonista.
Ecco l’intervista ad Andrea Pruiti Ciarello a “Lavori in Corso”.
“Da avvocato ho posto subito l’attenzione sullo strumento utilizzato dal Governo durante l’emergenza coronavirus. Si è trattato di un Dpcm, fonte di rango secondario e amministrativa. E la motivazione stava nel fatto che dà molte più libertà all’esecutivo.
Ma vi erano dei passaggi nelle motivazioni di questo atto amministrativo dove si rimandava alle valutazioni del comitato tecnico scientifico. Abbiamo fatto istanza insieme ai colleghi Rocco Mauro Todaro ed Enzo Palumbo di accesso civico e generalizzato a questi atti.
Ci ha risposto il Commissario all’emergenza il dottor Borrelli dicendoci che si trattava di documenti riservati e così hanno ritenuto di non darceli. La motivazione ci è parsa insoddisfacente per cui abbiamo ritenuto di ricorrere al Tar del Lazio, che il 22 luglio si è pronunciato favorevolmente cogliendo la nostra tesi.
I cittadini devono conoscere tutte le motivazioni del comitato tecnico scientifico affinché possano valutare sia l’operato del Governo che comportarsi di conseguenza per la loro salute.
Questo Governo sulla strada della trasparenza ha ancora molto da fare.
Se noi non conosciamo quei verbali non possiamo valutare se lo stato di emergenza è stato prorogato legittimamente o illegittimamente.
Qualsiasi cittadino italiano in questo momento può avanzare richieste di accesso agli atti come quella che abbiamo fatto noi. E se il Governo dovesse dire di no potete rivolgervi al Tar come abbiamo fatto noi”.
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