Ragioni della scienza e necessità dell’economia. Dall’inizio della crisi da Coronavirus l’Italia si trova di fronte a questa dicotomia. Se nella prima fase dell’emergenza il pensiero dei medici ha prevalso su quello degli imprenditori, adesso quest’ultimi rivendicano maggiore spazio di manovra.
Così il trend discendente della curva epidemiologica diventa direttamente proporzionale alla crescita delle lamentele di imprese e lavoratori. Ma il Governo mantiene una linea di prudenza e dopo la parziale riapertura avvenuta il 4 maggio ha dato appuntamento al 18 di questo mese per un nuovo passo in avanti.
Per un commento su ambedue i fronti, sanitario ed economico, Stefano Molinari e Luigia Luciani hanno intervistato Giovanni Cagnoli, Presidente di Carisma S.p.A. Ecco cosa ha detto in diretta a ‘Lavori in Corso’.
“Gli unici due dati che io controllo Paese per Paese sono il numero dei ricoverati negli ospedali ed il numero di terapie intensive. In Italia questi dati sono andati benissimo negli ultimi due giorni. Questi dati sono gli unici due che contano. Non contano minimamente i contagi, che dipendono da quanti tamponi si fanno. Né i decessi, che purtroppo sono ancora tanti, ma sono frutto del contagio di quindici giorni fa. Segnalo anche che in tutti i Paesi europei i trend sono abbastanza simili. Pertanto godiamoci questi dati”.
“Seguo varie conferenze stampa in tutte le lingue giorno e notte. Bisogna guardare i dati. Se i nuovi ricoveri in ospedali e terapie intensive stanno scendendo in Italia ed Europa in modo abbastanza netto forse si può rischiare qualcosa in più. Non sto dicendo di aprire tutto e subito domani. Ma qui è un equilibrio che bisogna tenere tra il contagio che va controllato e non ammazzare l’economia nello stesso tempo. Vedendo questi numeri le cose stanno migliorando. Non potremo mai avere una situazione a zero contagi. Quindi dobbiamo gestire il rischio. Noi andiamo verso una stagione di crisi economica che secondo me è stata sottovalutata. Sarà devastante”.
“Il problema di fondo è che esistono vaste frange del Governo in questo momento che hanno fatto interviste in cui prevedono invece uno schema diverso. Legittimo, ma non è il mio. Cioè quello in cui lo Stato prende quote di partecipazione delle aziende e diventa azionista. Io penso che questo sia deleterio. Nel senso che lo Stato ha dimostrato di non essere un buon azionista delle aziende private. E c’è ad esempio la professoressa Mariana Mazzucato che pensa che questo sia da fare. Per me è un grande errore.
Faccio un calcolo semplice su Alitalia. E’ costata ai contribuenti italiani 10 miliardi di euro per circa 12mila dipendenti. E’ come se ognuno di questi dipendenti fosse costato ai contribuenti italiani poco meno di un milione di euro. Abbiamo versato un milione di euro di tasse per ogni dipendente. Credo sia un numero spaventoso”.
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