La Lega di Matteo Salvini l’ha confermato: Giancarlo Giorgetti potrebbe essere il Premier ideale.
Che idea agghiacciante.
Giorgetti è il liberismo fatto a persona. E’ un Mario Monti tinto di verde con la sacra ampolla del Po in mano. E’ un uomo gradito ai mercati, ma ancor peggio, è un uomo a cui sono graditi i mercati.
Occorre prenderne atto, comprendere: nonostante due personalità di alto profilo come Borghi e Bagnai, la Lega è sempre più un partito liberista che vuole il sovranismo non come base della democrazia socialista, ma come base del liberismo.
La Lega con quest’ultima affermazione a favore di Giorgetti ha di fatto rivelato che concepisce lo Stato alla maniera liberista. Vuole il sovranismo, ma come base di quel governare per il mercato, il fondamento stesso della politica neoliberista.
Giorgetti è la figura dell’establishment all’interno della Lega, è colui il quale nel 2011 dichiarava il proprio amore per il pareggio di bilancio in quanto “funzionale ad assicurare il rispetto dei parametri europei”.
L’uomo caro ai mercati è pronto, lo apprendiamo ora, ad assestare la Lega di Salvini in una posizione che non è più quella dell’uscita dall’Euro, bensì quella di un partito sistemico e liberista.
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