Tanto tuonò che piovve. Alla fine il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella sua conferenza di fine anno ha dovuto ammetterlo, nonostante parlasse ad un paese con la disoccupazione ai massimi livelli la sua frase non lascia spazio ad interpretazioni: “Servono immigrati dall’Africa perché i nostri concittadini certi lavori non li vogliono fare“.
In poche lapidarie parole Conte è riuscito a racchiudere tutti i capisaldi del neoliberismo, facendo appello quindi allo sfruttamento del lavoro che fa gola alle grandi multinazionali, alle politiche di deflazione salariale contro i lavoratori ma a favore del grande capitale e a schierarsi dalla parte di chi ha dichiarato guerra a quelle che sono state le conquiste sociali e salariali dei lavoratori.
Come imposto dai diktat delle organizzazioni del capitalismo speculativo, come la trilaterale dei vari Monti, Letta, Prodi; come prescritto dai report delle grandi banche d’affari come la Goldman Sachs e come auspicato da quel cartello finanziario internazionale che ha dichiarato guerra ai popoli e alle democrazie.
Il loro obiettivo è sempre lo stesso: creare un conflitto tra poveri, tra chi è disposto a lavorare di più e guadagnare meno e chi è costretto a vivere senza bisogni secondari.
Tutto ciò che era stato dichiarato dal decano dei capitalisti di sinistra: lo spietato Eugenio Scalfari.
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