Continua ad imperare l’affaire Totti. A margine della è intervenuto oggi il vicepresidente Mauro Baldissoni, per rispondere e dire la sua sulle dimissioni dell’ex capitano giallorosso dal ruolo di dirigente del Club.
Ecco i punti di vista delle nostre Teste di Calcio sulle affermazioni di Baldissoni.
Non mi ha convinto, innanzitutto, la situazione. Tu devi fare un qualcosa di diverso, se ti senti così sicuro affronti allora la folla come ha fatto Totti, perché Totti ha preso cinquanta domande ieri, da parte di tutti.
Quello che diceva Stefano, sicuramente la differenza di modalità tra le due comunicazioni. Non giudico mai il lavoro degli altri, perché so quant’è difficile, però, diciamo così, una domanda su Baldini… Su cinque domande da fare a Baldissoni, quella è centrale, perché la conferenza stampa di Totti è girata intorno al nome di Baldini, secondo me non puoi non farla.
L’ho trovato un compitino come ha risposto. Formalmente anche abbastanza accettabile, ma dove non si è capito, e credo che Baldissoni avrebbe dovuto chiarirlo, è intanto chi comanda nella Roma, se comanda Baldini o Pallotta. Perché a Totti hanno accettato solo di farlo parlare con Conte, probabilmente gli davano gli incarichi impossibili. Si capisce, soprattutto, che hanno fatto pochissimo per aiutarlo. Questo è innegabile. Non c’è stato mai un aiuto che tenesse conto dell’interesse della Roma di trattenere questo grande personaggio.
Ha detto cose che immaginavamo. Ribadisco, la verità non sta tutta mai da una parte. Sicuramente avrebbe fatto meglio a fare una conferenza stampa con i colleghi, con più testate, però devo dire che è stato anche molto bravo Mangiante nel racchiudere cinque o sei temi. Sui temi fondamentali, onestamente la penso come lui sul fatto della de-romanizzazione. Credo sia un po’ una favola metropolitana che vive al di fuori del Raccordo perché, stando ai fatti e non alle intuizioni, questi sono arrivati e hanno fatto subito il contratto a De Rossi, onerosissimo, che alcuni di noi hanno criticato. A Totti scadeva il contratto quando Spalletti arrivò, poi invece Pallotta arrivò e glielo rinnovò per un altro anno. Sicuramente avere un romanista è un valore in più, ma non vuol dire vincere.
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