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Malvezzi Quotidiani

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L’indagine annuale su industria e salari porta alla luce risultati inquietanti per i lavoratori

Nel 2022 l'industria italiana ha registrato una crescita del fatturato nominale del 30,9% e dello 0,6% in termini reali, nonostante…

2 anni ago
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La BCE aumenta i tassi per la decima volta in 14 mesi: il governo italiano agisca subito

La Banca Centrale Europea ha deciso il decimo aumento dei tassi di interesse in ben 14 mesi e, come ben…

2 anni ago
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Von der Leyen annuncia il piano che toglierà le case agli italiani per darle ai fondi internazionali

Erano anni che vi avvisavo che volevano arrivare qui, e finalmente ci sono arrivati in modo chiaro, trasparente, lo dicono anche senza  vergogna. L'aggettivo ambizioso emerge nel discorso di Ursula Von der Leyen al Parlamento Europeo sullo Stato dell'Unione  Europea, sottolineando l'importanza di ristrutturare almeno il 50% del patrimonio immobiliare italiano, tradotto le case, per limitare l'aumento della  temperatura terrestre entro il 2050. Vogliono tanto bene all'ambiente. Tuttavia il governo Meloni sembra incerto su questo tema. Non capisco cosa debba esserci d'incertezza, ma comunque in questo contesto è  stata proposta la creazione di un mercato di sostituzione degli immobili, in cui i grandi proprietari immobiliari venderebbero case nuove ad  alta efficienza energetica, ricevendo delle case in cambio con un basso rendimento energetico. Le grandi società di gestione immobiliare  investirebbero quindi nella ristrutturazione delle case, per poi rivenderle. Questa proposta avanzata da Confindustria, Asso Immobiliare. richiederebbe incentivi e sostegno statali che però solleva dubbi riguardo al  valore delle case da permutare e al ruolo dello Stato in un mercato competitivo come quello dell'Unione Europea. Ora, il problema qual è?  La casa ha un significato culturale importante in Italia, essendo parte del concetto made in Italy e della cultura del buon vivere italiano e la maggior parte delle case in Italia è di proprietà dei loro abitanti, non di grandi fondi. La casa rappresenta la famiglia, il lavoro, la crescita, la stabilità. Pertanto io non capisco cosa il governo Meloni debba discutere, perché l'idea folle, assurda, a mio parere agghiacciante, di sradicare le  persone dalle loro abitazioni per metterle nella mani della finanza immobiliare, francamente è qualcosa che io aborro rispetto alle origini  storiche e sociologiche del nostro Paese. Io ve lo dico da anni, è lì che vogliono andare con la finanza, a colpire il patrimonio  immobiliario italiano e con la scusa di salvare l'ambiente, ma diciamolo chiaro, vogliono dare le case, il patrimonio immobiliario italiano nelle mani di grandi fondi di gestione della finanza, dimenticando che l'Italia è fatta di piccoli comuni, di tanti anziani, di persone povere che  hanno investito tutto il proprio reddito non nelle azioni, non in borsa, ma in quella cosa lì, il mattone, la casa, perlomeno più o meno fino a  dieci anni fa, quando poi il governo Monti impostò questa strada. Ecco, io penso che il governo Meloni debba riflettere molto attentamente  sull'andare in questa direzione, perché ci sono delle famiglie da tutelare, non i grandi patrimoni immobiliari, delle famiglie.

2 anni ago
  • Politica

Ormai la Banca centrale europea è in contrasto anche con il sistema delle banche ordinarie

L'ABI, l'Associazione Bancaria Italiana, si riunisce per definire la linea ufficiale da esporre nell'audizione davanti alle commissioni riunite Ambiente e…

2 anni ago
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L’inferno chiamato “patto di stabilità” potrebbe tornare molto presto: obbedite o peggio per voi

Patto di stabilità? Un po' come nell'immaginario degli antichi, c'era il Cerbero che sorvegliava le porte dell'Ade, cioè dell'aldilà.Così il…

2 anni ago
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Il vero obiettivo nascosto delle norme ESG: in gioco il futuro del 99% delle nostre imprese

Insisto sul tema ESG perché è la preoccupazione più grande che io ho sul mercato economico e non ne parla…

2 anni ago

Non possiamo permettere alle multinazionali di prendere decisioni che spettano alla politica

 Ho parlato recentemente dei problemi posti dalle nuove norme ESG. Fondamentalmente oggi ve ne voglio segnalare tre, particolarmente importanti dal punto di vista della critica che faccio. Primo: qual è il costo di queste normative? Chi paga? Bello parlare del fatto che le imprese debbano rispettare l'ambiente, la società e via discorrendo. Ma qual è il costo? Ecco, il costo è asimmetrico perché si parla di portatori di interesse, cioè si parla del fatto che le imprese debbano ascoltare con comitati d'ascolto tutti i portatori di interesse.Ma chi paga queste cose? Cioè il tempo dedicato, scusate, a queste questioni, ma chi lo paga? E c'è un problema qua. Il fatto metodologico, non sono stati sentiti gli imprenditori, quindi la procedura di ascolto vale per tutti, tolto per i primi destinatari di queste normative, che sono appunto gli imprenditori. Si assisterà a un teatrino della politica con audizioni parlamentari dopo che sono state fatte le cose, quindi ormai non c'è più possibilità di intervenire.La seconda critica che faccio riguarda proprio il ruolo della politica. Perché? Beh perché di fatto io leggo per esempio con stupore che si ritiene che cento grandi imprese del mondo dovrebbero riunirsi e decidere cosa pensarne di ambiente o di società. Beh, io aborro questa situazione perché mi piacerebbe poter decidere di vivere in un posto dove ambiente e società sono decisi non dalla Coca-Cola o dalla Apple, ma dai rappresentanti politici di un sistema parlamentare che io magari posso eleggere, mentre invece questa visione che cento grandi imprese del mondo decidano la politica del pianeta è una visione elitaria che mi fa tornare indietro ai tempi degli assiri babilonesi. Ci sono voluti millenni di sangue per ottenere la democrazia, questo è molto grave. La terza critica che faccio riguarda la simmetria della situazione, cioè le norme ESG sono state pensate per un sistema internazionale molto diversificato. L'Italia, per esempio, ha un sistema bancocentrico e un sistema fatto di family business delle aziende, per cui pensare di poter imporre delle norme che possono andare bene magari per un sistema di multinazionali e non per un paese che ha circa il 99% di piccole, micro e medie imprese, beh, significa avere una visione molto miope e distorta della realtà. Per cui il costo del denaro, inteso proprio come costo del capitale, potrebbe diventare asimmetrico tra l'Italia e altri paesi del mondo, quindi l'impatto di costo di queste normative potrebbe essere molto grave e penalizzante per il nostro paese. Queste sono prime tre considerazioni critiche che faccio, ce ne saranno altre.

2 anni ago
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Il prossimo sistema UE travolgerà tutto molto presto: economia e libertà esposte a rischi serissimi

Il tema economico di maggiore importanza in questo momento riguarda le norme ESG, "Environment, Social and Governance". Si tratta di…

2 anni ago
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La litania europea ci ha indottrinati: permettiamo a paesi come la Germania di agire indisturbati

Qualcuno continua a credere che la Germania sia più brava di noi "perché loro hanno fatto le riforme quindi "la loro economia è forte" insomma tutta quella litania che ormai da 20 anni ha indottrinato i cervelli dei non pensanti. La Germania invece registra un periodo negativo, un altro trimestre di crescita economica stagnante, con il PIL che si ferma allo 0% netto nel secondo trimestre, influendo negativamente sull'euro che continua a scendere. Settori come il commercio, i trasporti, i servizi pubblici registrano una diminuzione del valore aggiunto, mentre i prezzi alti influenzano i consumi privati. La disoccupazione aumenta leggermente e la produzione industriale tedesca registra un calo, prevedendo una battuta d'arresto anche per l'intera Eurozona, perché chiaramente la Germania è un po' il capo dell'Eurozona. Il governo tedesco, guidato da Scholz, è considerato fragile. e questa situazione potrebbe influire sulla trattativa per la riforma del cosiddetto patto di stabilità e di crescita, ipotizzando un possibile scambio tra Germania e Francia per sostenere le reciproche economie. Vi segnalo che questo avviene dagli anni Ottanta, da quando la Germania e la Francia crearono l'Europa come la loro volevano, a loro immagine e somiglianza, per tagliare fuori il terzo concorrente che era l'Italia. Ci fu un accordo tra Kohl e Mitterrand all'epoca, Questa situazione evidenzia l'instabilità del sistema europeo, mi permetto di aggiungere anche l'ingiustizia del sistema europeo e il fatto che l'eurozona rappresenti un fattore di instabilità per l'intera economia mondiale. Il governo italiano deve cercare di ottenere delle contropartite riguardo al tema del debito, ma malgrado questo, quest'ultimo viene ancora collocato senza problemi, il che potrebbe indicare un sostegno silenzioso da parte di altri paesi per in qualche modo ridurre lo strapotere tedesco. Insomma, tornare ad applicare il patto di stabilità significherebbe rimettere la camicia di forza all'economia nazionale e provocare di fatto un ulteriore aggravamento di quella che ormai hanno capito tutti essere non una crisi ma una vera e propria recessione. Il mio parere è che perseverare diabolicum, cioè errare humanum est, ma noi ormai da 20 anni in questa litania europea, viva l'euro, viva l'Europa Unita eccetera, ci siamo lobotomizzati il cervello, siamo ormai abituati a pensare che sia giusto così, che alcuni come la Germania possono fare cose che altri invece non possono fare, e che in questa Europa a due, tre, quattro velocità ci possano essere delle unioni laddove invece ci sono solo delle evidenti differenze.

2 anni ago
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Lagarde colpisce ancora sull’inflazione: il rialzo dei tassi metterà tutti alle strette

La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha sottolineato l'importanza della lotta all'inflazione in un periodo di incertezze e…

2 anni ago