Tra le vie del centro di Como, in via Bonanomi 10, trova dimora il Lughino: un ristorante che mette al centro l’artigianalità e la qualità. Oltre alla sede comasca, di recente ha aperto anche a Milano, nel cuore di Brera.
La posizione permette di godere di un dehor esterno affacciato sul percorso pedonale, ideale per assaporare un pasto accarezzati dai venti del lago di Como. All’interno, un ambiente dal fascino rustico, con archi in pietra a vista, travi di legno e colori caldi- dal rosso alle sfumature di giallo- che trasmettono una piacevole sensazione di vicinanza con la terra. La presenza di un soppalco e di una sala adiacente alla cucina consente di scegliere l’atmosfera preferita.
L’atmosfera è rilassata e familiare, invita a lasciarsi andare e a seguire i suggerimenti di Paolo, ottimo narratore dei prodotti che propone. L’illuminazione calda e il tepore dell’ambiente contribuiscono a creare un senso di accoglienza. Il servizio è giovane, preparato e affiatato: si percepisce che tutto lo staff rema nella stessa direzione. Data la posizione centrale, il locale può essere affollato nelle ore di punta, ma il servizio rimane fluido e piacevole. Gli stessi camerieri illustrano i piatti, in un menù che evolve continuamente seguendo la disponibilità degli ingredienti.
La filosofia dello chef Paolo Sanvito è chiara: offrire piatti che seguano i ritmi della natura, interamente a base vegetale e preparati con materie prime biologiche certificate. Ciò che contraddistingue la sua filosofia è l’artigianalità: tutto viene realizzato a mano, dal pane a lievitazione naturale ai dolci. Grande attenzione è riservata alla stagionalità e alla reale disponibilità delle materie prime, per evitare sprechi e valorizzare ciò che la natura e i fornitori offrono quotidianamente.
L’impegno verso l’ambiente è concreto: tutto, dai materiali alle stoviglie, fino al sapone per le mani, è pensato per ridurre l’impatto ecologico.
Eppure, ciò che colpisce di più è la creatività dello chef, la sua capacità di reinterpretare la tradizione con estro e rispetto in chiave vegetale.
La specialità della casa sono le lasagne. Abbiamo assaggiato le Lasagne alla bolognese, realizzate con ragù di soia; le Lasagne “Valtellina”, con grano saraceno e besciamella vegetale – un omaggio ai pizzoccheri- e le Lasagne con finocchi e granella di pistacchi: tutte ricche di gusto.
Gli gnocchi al sugo di pomodoro convincono per semplicità e sapore, mentre i Tortelli di zucca alla mantovana con trito di anacardi e lievito alimentare sono il vero punto di forza del menù.
La proposta, interamente mediterranea, si distingue per equilibrio e autenticità. Anche i secondi piatti seguono la stessa filosofia: gli Involtini di verza con crema di legumi neri non fanno rimpiangere la componente animale, mentre una curiosa polenta di farina di Roveja – antico legume simile al pisello selvatico- servita con spinaci, conquista per consistenza.
Chiudono dei Bocconcini di soia al curry con patate al forno. Probabilmente l’unico piatto che strizza l’occhio all’oriente.
La cantina è selezionata e propone solo etichette biologiche, con alcune scelte biodinamiche. In carta sono presenti anche birre artigianali selezionate.
Il dolce simbolo de Il Lughino è un tiramisù vegetale, di cui Paolo custodisce gelosamente la ricetta: sorprendente per equilibrio e consistenza, non ha nulla da invidiare alla versione classica. Ottima anche la Sacher, intensa e appagante.
Cambiare percezione del mondo vegetale non è semplice, ma ciò che Paolo e il suo team fanno con Il Lughino è offrire una nuova prospettiva sul modo di nutrirsi: più consapevole, sostenibile e rispettoso dell’ambiente, senza rinunciare al piacere del gusto.
La scelta di collaborare solo con fornitori di qualità e di mantenere un approccio artigianale rende il locale una realtà capace di coniugare etica e piacere, dimostrando che la cucina vegetale può essere, al tempo stesso, autentica, creativa e profondamente italiana.
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