Continuano a manifestarsi in Europa e in Italia episodi di censura liberale che, purtroppo, sono accompagnati dalla cosiddetta mordacchia democratica. Non si tratta solo di concerti e esibizioni di artisti russi che vengono proibiti, come recentemente accaduto a Verona, ma anche di eventi culturali e conferenze boicottate, come quella che sarebbe dovuta tenersi a Torino sotto la guida di Angelo D’orsi, storico e docente di scienze politiche. Questa situazione merita alcune riflessioni critiche, che pongono interrogativi sullo stato della democrazia liberale oggi.
In Italia, e in particolare a Torino, è stata annullata una conferenza sulla Russia che avrebbe visto come relatore Angelo D’orsi, noto storico e studioso di Antonio Gramsci. L’intervento di Pina Picerno e Carlo Calenda, che si è fatto tatuare il tridente ucraino, pare abbia avuto un ruolo determinante nell’annullamento dell’evento. Questi episodi sono sintomi di una crescente tendenza a limitare la libertà di espressione in nome della democrazia liberale, un fenomeno che preoccupa sempre più.
La democrazia liberale si fonda sul principio della libertà di pensiero e di espressione, ma quando si proibiscono eventi culturali e conferenze pubbliche, ci si avvicina pericolosamente ai regimi dittatoriali. La giustificazione liberale, secondo cui è necessario limitare le idee pericolose per la conservazione della democrazia, si rifà al famoso paradosso di Popper, che sostiene che una società aperta non deve essere tollerante con gli intolleranti. Tuttavia, questo approccio rischia di diventare un pretesto per censurare chi ha opinioni diverse.
Popper, pur essendo un grande filosofo della scienza, ha mostrato dei limiti quando si è trattato di filosofia politica. La sua liquidazione di Platone, Hegel e Marx come totalitari è un esempio di superficialità. In contrasto con Popper, Baruch Spinoza rappresenta una figura fondamentale per la comprensione della democrazia moderna, poiché nella sua concezione ogni cittadino ha il diritto di esprimere liberamente ciò che pensa, un principio che definisce come libertas philosophandi. Secondo Spinoza, reprimere questa libertà non solo non ha effetti, ma alimenta anche ostilità verso lo Stato.
La censura non è solo inutile, ma anche controproducente, in quanto rivela l’incapacità di confutare le idee del censurato. Se anche le idee di Angelo D’orsi fossero false – cosa che non è affatto dimostrata – esse dovrebbero essere confutate con la ragione e con le idee vere, non con il silenzio forzato. Come affermava ancora Spinoza, il vero è la migliore arma contro il falso, mentre chi ricorre alla censura lo fa solo perché incapace di rispondere in modo adeguato. La storia ci insegna che la libertà di espressione è sempre la via più efficace per combattere le idee errate.
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