Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha recentemente tuonato contro l’Unione Europea, affermando senza perifrasi che i continui pacchetti di sanzioni varati contro la Russia rappresentano a tutti gli effetti un atto di ostilità. A ciò si aggiungono le misure adottate da Washington, che in questa fase storica sembra comportarsi in modo schizofrenico, in particolare sul fronte interno segnato dalla figura di Donald Trump.
Come ripetiamo da mesi, le sanzioni contro la Russia costituiscono il primo caso storico in cui a rimetterci non è il sanzionato, bensì il sanzionante: soprattutto nel caso europeo. La Russia di Putin appare oggi più ringalluzzita che mai, mentre l’Europa precipita nel baratro, schiacciata dal peso delle stesse sanzioni che continua a varare. È un boomerang che torna puntualmente a colpire chi lo lancia.
Le sanzioni rivelano la scelta dell’Unione Europea di interrompere i rapporti pregressi con la Russia e di intraprendere una stabile ostilità nei confronti di Putin, ostilità camuffata ipocritamente come difesa dalle supposte mire espansionistiche della Russia. Il piano orwelliano del “preserving peace” ne è l’espressione più lampante. La verità non detta è che l’Unione Europea si sta scavando da sola la fossa, spezzando i legami con Russia e Cina e condannandosi così al ruolo di colonia subalterna della civiltà del dollaro. Non è la Russia ad essere isolata: è l’Europa.
La propaganda egemonica continua a ripetere che sarebbe Mosca ad essere isolata, ma la realtà è opposta: l’Unione Europea è ormai ridotta a serva sciocca di Washington e del suo imperialismo globale. Da questo punto di vista, il nemico dei popoli europei non è a Pechino e non è a Mosca. Il nemico, oggi, è a Bruxelles e a Washington. La NATO e l’Unione Europea sono, a tutti gli effetti, i due principali nemici della libertà e della democrazia in Europa. Finché l’Europa rimarrà subalterna al progetto tecnocratico di Bruxelles e all’alleanza imperialistica della NATO, non potrà esservi sovranità.
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