In un suo recente intervento, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sostenuto alcune tesi problematiche e meritevoli di discussione critica. La massima carica dello Stato ha affermato che il mondo ha bisogno dell’Europa. Un’affermazione che, a nostro giudizio, risulta fragile e contraddittoria di fronte agli scenari geopolitici attuali.
Secondo Mattarella, il pianeta avrebbe necessità dell’Europa. Ma, in realtà, il mondo si sta riorganizzando, abbandonando il vecchio continente al suo destino: quello di essere una serva sciocca della civiltà del dollaro, priva di autonomia e capacità decisionale. Mentre Russia, India, Cina e i BRICS strutturano un mondo multipolare, l’Europa appare irrilevante, quasi inesistente.
Mattarella ha inoltre sostenuto che servano istituzioni europee più forti. Una tesi discutibile, perché l’Unione Europea si regge su un evidente deficit di democrazia, configurandosi come riorganizzazione verticistica dopo il 1989. Potenziare le istituzioni significa, in realtà, indebolire i residui democratici: quanto più cresce l’apparato comunitario, tanto più si riduce lo spazio della sovranità popolare.
Il Capo dello Stato ha poi affermato che l’Europa non deve soccombere ai regimi autocratici. Ma si tratta della collaudata retorica dell’Occidente, anzi dell’Uccidente, che si autodescrive come regno della libertà e della democrazia contrapposto alla presunta caoslandia esterna, liquidata come barbaricum. Eppure, invece di preoccuparsi degli altri, l’UE dovrebbe affrontare le proprie derive autoritarie, dal riarmo europeo al ruolo della von der Leyen, capace di imporre scelte ignorando il Parlamento.
Poco convincente, dunque, l’idea dell’Europa come cittadella dei diritti assediata dai barbari. La realtà è opposta: i barbari sono dentro, e anzi siedono stabilmente al potere. L’Unione, lungi dall’essere un’oasi di libertà, appare come uno spazio in cui il linguaggio democratico viene brandito mentre si consolidano assetti oligarchici e decisioni calate dall’alto.
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