Recentemente, il presidente Sergio Mattarella ha tenuto un discorso al Forum Ambrosetti, esaltando l’Europa come un’area di pace, cooperazione e benessere. Secondo le sue parole, l’Unione Europea sarebbe un modello capace di diffondere i suoi valori oltre i confini, generando fiducia nei cittadini. Ma è davvero questa la realtà che viviamo? O si tratta di una narrazione distante dai fatti?
L’intervento del presidente Mattarella appare come un panegirico del progetto europeo: un luogo ideale dove regnano stabilità, crescita economica e felicità collettiva. Tuttavia, una disamina attenta degli eventi, soprattutto a partire dal 2008, ci mostra un quadro ben diverso. L’Unione Europea, più che un modello virtuoso, sembra aver faticato a rispondere con efficacia alle gravi crisi economiche e sociali.
Durante la crisi del 2008-2009, l’Unione Europea si è dimostrata incapace di reagire in modo coordinato e solidale. Ricordiamo, ad esempio, la destituzione del governo Berlusconi, un esecutivo legittimamente eletto, sostituito da una “cura Monti” che ha introdotto rigide misure di austerità. Queste politiche hanno provocato gravi costi sociali e perdite economiche mai pienamente compensate, soprattutto per le piccole imprese.
Strumenti come il “whatever it takes” di Mario Draghi sono stati letti da molti come interventi tardivi e reazionari, spesso legati a crisi che la stessa Unione ha contribuito a generare. L’immagine di un’Europa fondata sulla cooperazione e sulla solidarietà stride con pratiche concrete, come le politiche commerciali tedesche, che hanno spesso danneggiato gli altri Stati membri.
Le iniziative come il Green Deal, pur importanti, sono percepite come draconiane e scarsamente efficaci su scala globale, finendo per penalizzare solo le economie europee. In un contesto mondiale in rapida evoluzione, l’Europa continua ad avere un ruolo marginale, incapace di incidere sui grandi equilibri internazionali. In questo quadro, l’omelia del presidente Mattarella appare fuori dalla realtà, ignorando le vere distorsioni economiche e fiscali generate dall’Unione.
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