Il 19 luglio la riunione dell’OMS segnerà l’inizio di una nuova era del controllo della sanità globale. Gli USA hanno espresso il loro parere.
Dal post pandemia di COVID, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta cercando di aggiornare il proprio approccio per una risposta più accurata alle “future pandemie”, già ripetutamente annunciate. Lo fa proponendo il Trattato Pandemico e il nuovo Regolamento Sanitario Internazionale. Si tratta di norme che l’OMS propone per regolamentare e burocratizzare la gestione di emergenze sanitarie di interesse internazionale. Un insieme di norme che, si teme, potrebbero concentrare il potere decisionale degli Stati nelle mani dell’Organizzazione di Tedros Ghebreyesus. La data cruciale per accettare o rifiutare la partecipazione del proprio Paese è sabato 19 luglio. Mentre dal governo italiano non arrivano notizie – nonostante l’astensione di maggio nei confronti del trattato pandemico -, gli Stati Uniti annunciano la loro posizione ufficiale. Lo fanno tramite il loro ministro della Salute, Robert F. Kennedy Jr.
“Oggi vorrei parlarvi di una questione controversa che potrebbe avere un impatto diretto su di voi e sulla vostra famiglia durante un’emergenza sanitaria globale. L’anno scorso, l’organo direttivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha apportato alcuni emendamenti di vasta portata alle sue norme sanitarie internazionali, altrimenti note come norme IHR. Questi regolamenti stabiliscono il quadro giuridico che conferisce ai Paesi diritti e responsabilità per la gestione di eventi di salute pubblica con impatto globale. Noi li respingiamo. Vorrei spiegarvi perché. Il primo motivo è la sovranità nazionale. Le nazioni che accettano i nuovi regolamenti cedono il loro potere nelle emergenze sanitarie a un’organizzazione internazionale non eletta che potrebbe ordinare lockdown, restrizioni ai viaggi o qualsiasi altra misura ritenga opportuna. In realtà, non c’è nemmeno bisogno di dichiarare un’emergenza. I potenziali rischi per la salute pubblica sono sufficienti per avviare un’azione. Se vogliamo dare all’OMS tutto questo potere, dovremmo almeno invitare a un dibattito pubblico approfondito. Soprattutto perché l’accordo è un trattato ufficiale e aggira il Senato degli Stati Uniti, che svolge un ruolo chiave nel garantire che i principali impegni internazionali ricevano un’adeguata supervisione democratica”.
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