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Nei nuovi vaccini RNA autoreplicanti “i filamenti arrivano ovunque senza barriere di specie” | Dott. Donzelli

Si chiama Kostaive e da oggi è in commercio. E’ un nuovo vaccino “d’avanguardia” autoreplicante con un meccanismo diverso dai normali sieri mRNA, ma le procedure autorizzative sono una meno trasparente dell’altra.
Questo, forse, perché i rischi sono particolarmente invasivi. O magari perché gli studi autorizzativi fatti prima della messa in commercio sono finanziati dallo stesso produttore del farmaco. Il tutto in funzione anti-Covid, quasi a far saltare gli schemi dei rischi e benefici: questi ultimi particolarmente criptici in tal caso secondo Alberto Donzelli, specialista in igiene e in medicina preventiva.
Ma all’indifferenza con cui la Commissione Europea ha messo in commercio il farmaco qualcuno ha risposto, visto che è stato presentato dall’avvocato Renate Holzeisen il ricorso per l’annullamento dell’autorizzazione.
Qui e nel video le parole del coordinatore della Commissione Medico Scientifica Indipendente.

I rischi

“Questo farmaco Kostaive è a base di RNA autoreplicante, è self-amplifying, quindi lo chiamerò saRNA, che è differente rispetto al RNA modificato che siamo abituati a vedere circolare, ma non perché non venga anche questo incapsulato in particelle nanolipidiche.
Queste particelle sono già di per sé estremamente infiammatorie, tossiche e che riescono a veicolare questo filamento di RNA in qualsiasi cellula del nostro organismo, anche quelle più remote perché entrano dappertutto, ma hanno la proprietà una volta dentro nella cellula di autoamplificarsi, e un esponente della società italiana di farmacologia ha detto con orgoglio che possono farlo anche 80-100 volte di più dell’attuale mRNA modificato e per un tempo molto più lungo. Che bello.

Per cui, che cosa succede alle cellule, che però non possono vedere uscire questi virus? Questo RNA autoamplificante resta dentro inzeppando la cellula, che prima di morire uccisa dal nostro sistema immunitario, cerca di liberarsi impacchettando questi filamenti all’interno di sacchettini come fossero spazzatura: vescicole che emette nello spazio extracellulare. Da lì vanno nel sangue, arrivano anche nei polmoni, arrivano ovunque.

Nei polmoni si moltiplicano in modo molto efficiente e da lì, così come fanno i virus alfa che si trasmettono in questo modo, possono emettere dalle cellule queste vescicole extracellulari anche con il respiro, l’esalazione, oltre che con il sudore e con la saliva o altre secrezioni corporee. Purtroppo queste vescicole non conoscono barriere di specie, per cui in teoria – e sarebbe meglio che l’esperienza fosse stata testata prima invece di farla testare a milioni o centinaia di milioni di persone – possono entrare in cellule non solo di altri esseri umani ma anche di altre cellule viventi, a partire da quelle degli animali, sia da allevamento, sia di compagnia. Sì, dovremmo quindi guardarci non solo dalle persone inoculate che ci avvicinano, ma anche dagli animali e viceversa”.

Conflitti d’interesse negli studi

“Il tutto è stato fatto sulla base di uno studio effettuato in Vietnam, che è stato lo studio autorizzativo: uno studio ampio con dei problemi di credibilità perché, oltre a essere sponsorizzato da un unico sponsor commerciale (che è il produttore di questa sostanza), ha anche degli autori in conflitto di interessi: purtroppo, quando si verifica una relazione finanziaria tra autori e sponsor c’è una tendenza dimostrata anche significativa ad aumentare l’efficacia rappresentata e aumentare la sicurezza di questo studio. Per dirvene una sola, c’è una dichiarazione sorprendente sugli effetti avversi gravi che si sono verificati, cioè gli unici due gravi che hanno determinato la sospensione della prosecuzione dello studio si sono determinati nel gruppo placebo, quindi sarebbe interessante capire che cosa c’era dentro, noi lo chiederemo, perché se ci fosse stata soluzione fisiologica non si capisce come mai eventi avversi gravi riconosciuti dagli autori come dovuti alla iniezione di questa sostanza, siano placebo.

Un altro studio è stato fatto in Uganda, uno studio per la sicurezza, e ha dato l’85% di effetti avversi sistemici, ma quello che è più grave è il 93% di effetti avversi gravi di laboratorio, cioè grado 3 o superiore: sono effetti che hanno richiesto la preoccupazione da parte del medico, spesso anche la necessità di intervento medico. Vediamo degli effetti sulla glicemia ma anche degli effetti sulle piastrine: trombocitopenia, linfopenia e neutropenia, quindi si riducono le difese dell’organismo nei confronti delle infezioni e, chissà, magari anche nei confronti di tumori.

Non c’era nessuna necessità di metterlo in commercio, visto che abbiamo vaccini anticovid e farmaci in abbondanza in circolazione, di immetterne con procedura accelerata. un altro che abbia questa caratteristica di potersi amplificare nelle cellule e potenzialmente trasmettere, non si capiva la necessità. Vi annuncio con favore che c’è stato in tempo utile un ricorso al Tribunale della Commissione europea da parte di una vostra ospite frequente che è l’avvocato Holzeisen e che avrà modo penso nei prossimi giorni”

Fonti

Link alla rivista scientifica: https://www.mdpi.com/1422-0067/26/11/5118

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Alessio De Paolis

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