Il concerto del primo Maggio, si sa, porta con sé le polemiche dei giorni seguenti. A consegnarsi al dibattito pubblico per questa edizione è Leo Gassman. Il figlio del figlio d’arte, cantante e attore, ha aperto il consueto concertone in piazza San Giovanni a Roma interpretando “Bella Ciao” con un epilogo parlato in cui ha fatto riferimento alla liberazione d’Italia dal regime fascista da parte dei partigiani.
Daniele Capezzone non le manda a dire ai microfoni di CapezZoom: “Continuiamo a inneggiare alla Liberazione come se vivessimo sotto tirannia, è ridicolo. Chi è il tiranno? Me lo Spiegate? La Meloni che è stata votata? Dateci nome e cognome di questo dittatore che gli andiamo a tirare i sassi.” Non è solo una questione di toni o di contrapposizione politica: per Capezzone, riferimenti di questo tipo – in un contesto democratico – rappresentano un insulto a chi davvero ha vissuto o vive sotto un regime autoritario. “Fare un paragone del genere è improprio, ingiusto e secondo me anche insultante,” ha detto. E ha aggiunto: “Si prende in giro chi veramente la subisce, la tirannia, oggi, in tanti Paesi dove la gente non ha libertà e diritti.”
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