Si sa, il derby è sempre il derby. E questo vale anche a Milano: fosse anche una semplice amichevole, nessuna fra Inter e Milan perderebbe a cuor leggero. Se poi l’occasione è di quelle importanti, come il match di questa sera, il discorso è ancora più lampante. Al di là del prestigio cittadino, entrambe le squadre si approcciano a questa semifinale di Coppa Italia con motivazioni e obiettivi importantissimi.
I rossoneri e il loro allenatore, Sergio Conceição, sperano di passare in finale e vincere un trofeo che a Milanello manca dal 2003. Il successo, dopo quello di Ryad in Supercoppa lo scorso inverno, darebbe senz’altro una sfumatura positiva a una stagione che, fra campionato e Champions League, al momento si è rivelata fallimentare.
Dall’altra parte, l’Inter di Inzaghi si presenta come un audace giocatore di poker, che senza remore fa il più classico degli all-in. Due anni fa, quando i nerazzurri hanno giocato la finale contro il Manchester City, Inzaghi e compagnia avevano potuto concentrarsi più tranquillamente sia sulla Coppa Italia che la stessa Champions League. D’altronde, in quell’anno lo Scudetto è stato fin da subito appannaggio del Napoli. Al contrario, in questa stagione, la situazione è molto diversa.
Club e squadra hanno fatto una scelta chiara: puntare a fare il massimo su tutti i fronti, con il sogno di replicare in modo trionfale il triplete conquistato con Mourinho nel 2010. Obiettivo tutto fuorché semplice, sia dal punto di vista delle energie fisiche (sempre più scarse), sia per la portata degli avversari da affrontare. Lo stesso Napoli, in campionato, si sta rivelando un cliente davvero ostico; in Champions League, dopo l’impresa contro il Bayern, in semifinale i nerazzurri sono attesi dal brillante Barcellona di Flick; e in Coppa Italia, beh, c’è il derby…
Lo si è ricordato anche all’inizio dell’articolo: la stracittadina è sempre una partita a sé. Ma nel caso dell’Inter, specie nell’ultimo anno, questo enunciato ha assunto un significato ancora più netto. La differenza qualitativa fra i nerazzurri e il Milan è descritta perfettamente anche dalla classifica. Sono infatti 20 i punti di distanza fra l’Inter capolista (71) e i cugini rossoneri noni (51).
Tuttavia, dopo una serie incontrastata di derby in cui i ragazzi di Inzaghi hanno nettamente dominato sugli avversari (7 vittorie su 9 uscite), nell’ultimo anno la tendenza si è completamente ribaltata. Infatti, dal 22 aprile 2024 (esattamente un anno fa), data dell’ultimo successo dell’Inter per 1-2, il Milan non ha mai più perso. Da settembre in poi sono state 4 le stracittadine disputate (in attesa della quinta, stasera): lo score parla di due vittore rossonere (una decisiva in finale di Supercoppa a Ryad) e due pareggi.
Ma non si tratta dell’unico trend da invertire in quel della Pinetina. In generale, il rendimento difensivo della squadra nelle 50 partite giocate finora in stagione è stato pregevole. I gol presi sono infatti 41 (media di 0,82 a match). Ma se si sposta il focus sulle reti subìte nei derby, il risultato è quasi del tutto opposto. Nelle ultime 4 uscite contro il Milan, Sommer è stato battuto in ben 7 occasioni; una media di quasi 2 reti a partita.
Fra il taboo recente della stracittadina e il sogno ‘Triplete’, l’Inter in questa semifinale si gioca davvero tanto, forse tutto. D’altro canto, è l’onere (o la condanna) dei più forti: se vinci “hai fatto il tuo”. Al contrario, non è altro che un fallimento.
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