Le ammissioni di Mark Zuckerberg sulla censura porteranno l’Europa a rivalutare, dopo X, anche Facebook? E’ quello che c’è da chiedersi dopo che il CEO di Meta ha annunciato (qui il video) che i fact checkers non faranno più parte del novero degli strumenti di Facebook per combattere la “disinformazione”. “Ci sbarazzeremo dei fact checkers e li sostituiremo con note comunitarie simili a X“, ha dichiarato sul suo profilo. E chissà se allora creerà, in comune con X, qualche fastidio in Europa la direzione meno interventista e quasi più libertaria nei confronti delle presunte fake news. Magari sarà a causa del Digital Services Act, la legge europea per prevenire la disinformazione online. Questo sarà tutto da vedere. Intanto però inizia a lanciare qualche frecciatina proprio lo stesso Zuckerberg. “L’Europa – dice nel video – ha un numero sempre crescente di leggi che istituzionalizzano la censura, e rendono difficile qualcosa di innovativo“.
“Aveva già cominciato qualche mese fa – ricorda Alberto Contri in diretta – con una lettera aperta, non richiesta da nessuno, ammettendo che erano state fatte delle censure su richiesta dell’FBI e dell’amministrazione americana. Ora vediamo chiaramente un avvicinamento, un saltare sul carro del vincitore. Adesso purtroppo riguarda solo l’America, ma scriverò all’amministratore delegato di Google Italia, che ho conosciuto da vicino per il mio lavoro, a dirgli: scusa, allora mi togliete adesso il shadowban da Facebook, visto che se posto la mia barchetta a vela mi vedono in duecento e se posto un argomento importante mi vedono in due?“
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