Da una parte c’era una favorita d’obbligo, dall’altra un tecnico che sfavorito non si sentiva, alla vigilia di Atalanta – Milan. I contenuti sin dall’inizio danno ragione tanto al pedigree ormai da “definitivamente grande” della Dea, quanto alla soglia di autostima fissata da Paulo Fonseca, per il quale rinunciare a Pulisic equivale a perdere la giocata secca negli ultimi trenta metri, pur se Loftus – Cheek garantisce la persistenza delle percussioni.
Allora sarebbe stato giusto, alla fine, il pareggio? Fondamentalmente sì, anche perché i solisti dall’una e dall’altra parte non si sono presi mai del tutto la scena.
Più qualità, complessivamente, nella prima frazione di gioco; più episodico il secondo tempo, con i break dei bergamaschi al palleggio che il Milan tenta di esibire nei quartieri alti della metà campo avversaria.
I contenuti, però, sono una cosa, fondamentale peraltro; il tabellino è tutt’altro e il maggiore cinismo dell’Atalanta porta al gol di Lookman quando tutto sembrava incanalato verso il pari.
Lo avevamo già scritto dopo il match dell’Olimpico contro la Roma: l’Atalanta non fa paura soltanto per il potenziale che ha nella rosa; fa paura anche e soprattutto perché sa attendere l’episodio propizio pure nel corso di partite in cui quel potenziale non lo sfrutta al massimo.
Paolo Marcacci
Rivoluzione possibile a Maranello già dalle prossime settimane: l'ultima indiscrezione parla di un addio che…
Momento davvero delicato per Matteo Berrettini. Il fuoriclasse del tennis italiano deve subire anche questa…
Le recenti rivolte scoppiate in diverse città della California, attribuite a gruppi di immigrati irregolari,…
Non arrivano notizie né pareri positivi per Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Delusione per i…
Alla cena di Stato offerta dal Granduca Enrico di Lussemburgo, il Presidente della Repubblica, Sergio…
Parliamoci chiaro, qui a Roma Tiago Pinto è stato massacrato ingiustamente dalla stampa: perché lo…