E così anche Tim non è più italiana, ma a stelle e strisce. “Per 19 miliardi di euro riconsegniamo il cuore delle telecomunicazioni ad un fondo americano, peraltro guidato dall’ex direttore della CIA” commenta Marco Rizzo, di Democrazia Sovrana e Popolare. La rete Tim va in mano al fondo statunitense KKR presieduto da David Petraus, già direttore dell’intelligence degli Stati Uniti. E in effetti un problema c’è, perché “tutte le nostre telefonate sono in mano ad uno Stato straniero. Per un governo cosiddetto sovranista, mi sembra una cosa incredibile. Ma questo è sovranismo di cartone”.
E’ il tema dell’alternanza senza alternativa che sta particolarmente a cuore a Rizzo: “Ci voleva un governo sovranista per cedere le nostre reti telefoniche, ma anche ci fosse stata la Schlein lo avrebbe fatto un’ora prima. Noi diamo ogni anno alla Nato (non alle forze armate italiane), 24,4 miliardi di Euro ogni anno. Questa operazione ci ha portato via 19 miliardi: potevamo per un anno dare un po’ meno alla Nato e tenerci TIM, invece no.
Quindi il denaro è stato regalato, dal punto di vista politico forse neanche il Burundi avrebbe fatto una cosa del genere. E’ normale che questo accada perché noi siamo una colonia: l’Italia non conta niente, comandano la Nato, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea, gli americani. A sto punto, dico io, ma ci facciano votare direttamente per Trump o per Biden no? Almeno sappiamo di votare qualcuno, perché ad oggi non contiamo un cazzo”.
Ma è anche ovvio secondo il presidente onorario del Partito Comunista che ci sia un controllo strategico del nostro Paese dall’esterno, e questo spiegherebbe perché qualcun altro possa decidere per noi. Perché per garantire la stabilità del nostro Paese “ci sono delle infrastrutture di base che dovrebbero rimanere sotto il nostro controllo”.
Ascoltate l’intervista da Stefano Molinari | Lavori in Corso, 3 luglio 2024
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