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Spettacolo

Intervista a Umberto Smaila ▷ “Politically correct? C’è aria di inquisizione e molto conformismo”

Lo Showman Umberto Smaila compie 53 anni di carriera. Il mondo dello spettacolo Smaila lo conosce bene, come quello della notte. Infatti uno dei suoi show più celebri fu Colpo Grosso: un inno alla trasgressione, che andò in onda per cinque stagioni in seconda serata. Tra i suoi film e programmi televisivi più celebri anche: Arrivano i Gatti, Gli Inaffidabili e Gian Burrasca. Francesco Caselli lo intervista a Radio Radio Café per rievocare la nostalgia di quei tempi spensierati e leggeri, in cui c’erano meno guerre, meno difficoltà economiche e soprattutto meno politicamente corretto.

Gli anni ’80 furono per la Tv italiana degli anni indimenticabili. “C’era una voglia di vivere eccezionale, c’erano molti meno problemi, non dico superficialità, ma si viveva in maniera un po’ più leggera. Con poco coinvolgimento nei fatti politici, c’erano meno guerre e meno pensieri”. Con Colpo Grosso, Smaila diede letteralmente un grosso colpo alla sua carriera lavorativa. Un genere di format televisivo che ad oggi forse sarebbe difficile da replicare, visto l’onda del politicamente corretto del momento.

“Il Politicamente corretto ha rovinato la libertà di pensiero, perché oggi l’idea di proporre delle figure femminili in un certo modo sarebbe sicuramente criticata. C’è un clima un po’ di inquisizione, all’epoca c’era più voglia di trasgredire, mentre oggi c’è più conformismo“. Tra le libertà che oggi sono meno concesse, secondo Smaila c’è anche la satira politica. I comici sono i primi a soffrire di questa limitazione, visto che oggi è più facile ricadere per chi fa questa professione, nel cosiddetto “proibito”. “Sicuramente è stato fatto un passo indietro, questo va detto”.

Quegli anni “indimenticabili”

La differenza tra la condizione socio culturale di ieri e quella di oggi è abissale e così a farsi largo c’è la nostalgia. Erano anni belli, dice Smaila. Questo è il motivo per cui si guarda alla Tv degli anni ’80 con felicità e un po’ di sano rimpianto. “Non c’era superficialità, ma un po’ di felicità, si stava abbastanza bene anche economicamente, c’erano meno problemi, i mutui erano bassi. Oggi è difficile cercare di fare quadrare bilanci familiari e quant’altro. Stiamo vivendo un momento un po’ complicato, se aggiungiamo le guerre in corso, viene fuori un quadro non proprio roseo”.

All’epoca la gente aveva molta voglia di divertirsi e stare senza pensieri. Oggi invece le difficoltà quotidiane sembrano essere molto più difficili da gestire, ma la voglia di spensieratezza degli italiani è rimasta immutata o è cambiata? Secondo lo showman per colpa di questo “recinto culturale” si fa ricorso alle canzoni dell’immaginario collettivo: un modo per sentirsi liberi da freni e inibizioni varie.

“Oggi c’è voglia di uscire fuori dagli schemi. La gente canta e balla. Perché non dico che il clima è quello prebellico ma quasi”.

Lo spettacolo di oggi

Se non c’è la melodia è difficile cantare, dice Smaila, perché la melodia italiana fa appello a quella napoletana, è tutto un susseguirsi di una tradizione. “È difficile riproporre dal vivo i brani di oggi perché sono tutti rapp e quindi difficilmente riproponibili da cantare in coro. Quelli che fanno appello alla melodia avranno più successo, saranno ricordati di più. I miei figli cantano le canzoni di Ultimo“.

Per quanto riguarda il mondo della tv, secondo Smaila i volti giovani più simili agli intrattenitori di una volta, sono Ale & Franz. I due showman sono tra i più innovativi e divertenti e portano sullo schermo una comicità più attuale.

“Per quanto riguarda il mondo della musica faccio un po’ più fatica, perché io sono ancorato ai vecchi schemi… E mi rimane sempre Vasco. Ma qualcuno ha detto che le cose migliori accadono a metà secolo. Ora stiamo vivendo ancora la musica degli anni ’70 in modo imponente e importante. Quindi aspettiamo il 2050 e vediamo cosa succederà”.

Francesca d'Amato

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