Ci sono abitudini che la tecnologia non può comprare e linguaggi che l’AI non potrebbe mai emulare. La scrittura a mano è sempre di più una pratica a rischio: l’immediatezza e la brevità delle chat virtuali la stanno ormai sostituendo. Ne sa qualcosa il Presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, che intervistato dall’Adnkronos ha lanciato un appello a favore della scrittura manuale. “Il problema centrale del discorso, è se si debba insegnare ai bambini la scrittura manuale oppure quella da tastiera“.
Una domanda che sorge spontanea considerando che ormai la popolazione mondiale comunica attraverso gli strumenti elettronici. Marazzini dal canto suo non ha nulla contro la scrittura digitale e la adopera spesso: “ha una scelta di caratteri e stili vastissima, tra cui grafie che imitano la scrittura manuale, o ancora la scrittura all’inglese.. Il problema è che poi si impara solo a far quello e non più ad usare la mano. Non si può fare affidamento solo allo strumento tecnologico”.
“Immagino il paradosso del maestro che insegna ai bambini a scrivere solo su una tastiera: se il bambino si dovesse ritrovare senza computer, non potrebbe comunicare nulla. Inoltre c’è un rapporto tra l’atto manuale dello scrivere come il corsivo e le neuroscienze. Gli studiosi affermano che questo esercizio è importante, perché crea un legame tra l’atto della scrittura, il segno della lettera e il fonema che si usa per parlare”.
“Il problema non è usare la tastiera: il problema è che si dovrebbe insegnare a fare tutto e se si toglie ad un bambino quell’apprendimento, gli si tagliano le gambe in partenza”.
Quello che fa intendere il Presidente dell’Accademia della Crusca, è che se togliamo l’abitudine della scrittura a mano, sbaragliamo anche gli equilibri del nostro corpo. I neurotrasmettitori del nostro cervello sono direttamente collegati a quelli dell’impulso di creare un segno, una parola o una forma. Se vengono meno questi impulsi sin dall’infanzia, il cervello del bambino potrebbe svilupparsi in modo diverso. “Inoltre c’è una tendenza a una grafia sempre più informale, molte volte i ragazzi passano direttamente allo stampatello. Molti insegnanti concedono l’uso dello stampatello perché sono in difficoltà a leggere delle scritture sempre più personali e sempre più sgangherate”.
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