Un “giorno zero” dopo l’altro, il Napoli tenta di ricominciare nella serata finora più prestigiosa della stagione, con Francesco Calzona che dopo la gavetta di una vita e un’altro pezzo di esistenza dietro le quinte, si vede spalancato un proscenio da smoking. – Il destino tira i dadi e noi giochiamo – ha scritto qualcuno.
Istantanee di una serata che lascia porte socchiuse, in tutti i sensi: i guanti di Meret che fanno scintille per tutto il primo tempo; il fraseggio di un Barcellona “terrestre” ma efficace nel congelare il pallone; le due sterzate sul piede destro di Lewandowski prima e di Osimhen poi, a scrivere un risultato che avrebbe potuto avere cifre diverse sul tabellino, visti gli sbandamenti partenopei nella prima parte e quelli catalani nella seconda.
Il Barcellona, più per il nome che per il valore attuale, poteva far paura alla vigilia? Il Napoli non ne ha avuta e il nuovo tecnico, con un pugno di ore di lavoro alle spalle, qualche merito deve averlo avuto, più che altro per come ha massaggiato le tempie della squadra, ossia per come ha ricostruito almeno in parte un’autostima sgretolata da troppi cortocircuiti decisionali a livello presidenziale, che si sono tradotti nell’insipienza di due guide tecniche totalmente fuori contesto.
Sarà difficile al ritorno? Ovviamente sì. Il nuovo Napoli parte battuto per la trasferta in Catalogna? Certo che no.
Paolo Marcacci
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