Gli italiani, soprattutto i più giovani, non sarebbero più attratti da un lavoro a tempo indeterminato. E anzi, chi ha un contratto stabile, preferisce lasciarlo per inseguire le proprie passioni. Questa è la narrazione che sta dietro al fenomeno, presunto, denominato “grandi dimissioni”. Periodicamente sui quotidiani nazionali ritroviamo articoli che portano storie di persone che hanno lasciato un posto di lavoro con contratto a tempo indeterminato, liberandosi per inseguire le proprie passioni. Gli ultimi due esempi li ritroviamo su Repubblica, con due storie simili, entrambe commentate con parole dure da Savino Balzano: “Chi parla di questo fenomeno in Italia è uno che non conosce il mondo del lavoro, frequenta certi salotti radical chic e si lascia andare a dissertazioni che vengono fatte generalmente in qualche torre d’avorio da gente che si fa fare la spesa da qualcun altro“.
La realtà del mondo del lavoro che conosce Balzano è ben diversa da quella raccontata da Repubbica: “Io non leggerei Repubblica nemmeno se fosse l’ultimo giornale rimasto sul pianeta. Preferisco qualsiasi bollettino distribuito gratuitamente in metropolitana. Pensate, sono stati messe a disposizione 50.000 domande per giovani che possono partecipare al servizio civile e guadagnare meno di 500 euro al mese, neanche una retribuzione ma un rimborso spese. C’è stato circa il doppio delle domande, quindi metà delle candidature vanno in bianco. Questo vi fa capire qual è la realtà del mondo del lavoro di questo Paese. Questo vi fa capire qual è la condizione drammatica nella quale adesso sono i giovani del nostro Paese, che sono tutto tranne che pantofolai, tutto tranne che bamboccioni e fannulloni, ma è gente che vorrebbe lavorare e sgomita a compete per un posto a poco più di 500 Euro al mese”.
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