Torniamo a parlare dei paradossi burocratici di matrice tutta Italiana. Il 24 agosto 2016 una violenta scossa di terremoto devasta il piccolo borgo di Amatrice. Centinaia di persone morirono sotto il peso delle macerie, mentre gli edifici, come ad esempio il municipio, vennero completamente distrutti. Il paese prova a risollevarsi dalla tragedia, ma ovviamente non riesce ad occuparsi anche delle questioni burocratiche. Due anni dopo, il comune riesce a ristabilire i collegamenti telematici e a saldare persino i ritardi nei pagamenti. Tutto nella norma, fino a quando il comune riceve un avviso di sanzione dall’Agenzia dell’Entrate da 90mila euro per il ritardo nei versamenti.
“Non è vero che non verrà erogata, dobbiamo farlo perché siamo sotto ricatto“, ma “per un comune come il nostro sono impagabili in quanto non percepiamo tributi dal giorno del sisma“. Il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, spiega i connotati di questa ingiustizia: “C’è una norma che ci impone di pagare perché se non lo facessimo non potremmo più portare avanti la nostra attività amministrativa”. Insomma, anche in questo caso la burocrazia si rivela sempre più tiranna con i deboli e mai con i forti.
L’intervista a ‘Lavori in Corso’.
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