“Orgogliosi di aver manifestato dissenso e aver vinto” ▷ TAR annulla le accuse contro Stefano Puzzer

Il fondatore di Gente come Noi Stefano Puzzer ha di nuovo accesso alla città di Pordenone. L’ex sindacalista è stato uno dei promotori delle manifestazioni contro l’obbligatorietà del Green Pass: ricordiamo iniziate per lui a Trieste (zona portuale) nell’autunno del 2021. Il 15 dicembre infatti la Questura di Pordenone aveva emesso un vero e proprio divieto di ritorno nella città (della durata di tre anni) per Puzzer, accusandolo di aver partecipato a una manifestazione non autorizzata presso l’Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli.

Il 15 luglio 2022 il Tar del Friuli ha annullato il foglio della Questura, ritenendo appunto che la protesta fosse pacifica e che lo stesso Puzzer non è un ‘soggetto che potrebbe mettere in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica’, come citato dalla stessa accusa. L’ex portuale ha dichiarato questa vittoria proprio in diretta sui social, nello specifico dal suo profilo personale di Facebook, evidenziando che il percorso ancora non è terminato e che nasce adesso “la necessità di unire tutte le categorie, solo così riusciremo a far finire questa dittatura. Secondo me è l’ora di finirla di chiacchierare, le piazze son servite per creare consapevolezza, adesso è il momento di agire”. Ecco le parole, l’excursus di Stefano Puzzer e l’intera sentenza ‘nero su bianco’.

L’autunno ‘caldo’

“È un dovere portare solidarietà e far sì che tutti non si sentano soli e abbiano l’appoggio. Detto questo, quel giorno alle 9:30 loro si son trovati lì e hanno portato un’istanza, una richiesta all’ufficio del personale (assieme al loro avvocato e alle forze dell’ordine) perché erano a conoscenza che all’interno dell’ospedale ci fossero persone che, non avendo ottemperato all’obbligo vaccinale, venivano fatte entrare comunque. Questo non per infamare o fare la spia ma proprio per far capire che l’obbligo vaccinale non doveva essere messo e che tutti potevano lavorare comunque. Con queste motivazioni ho voluto essere presente. Ho solo detto loro che dovevano tener duro, che l’obbligo vaccinale (come del resto il Green Pass) sono cose dettate da una dittatura che con la sanità pubblica non ha nulla a che fare. Adesso lo stiamo vedendo perché il Green Pass non era nulla di sanitario, vediamo come il problema si sta presentando come economico-finanziario”.

Quel giorno io sono stato accusato, vi riporto testuali parole della sentenza, di essere un ‘soggetto che potrebbe mettere in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica, ne delineano la tendenza a delinquere’. Hanno basato le accuse alla mia persona perché c’era ancora in essere la Daspo di Roma che poi però sappiamo benissimo essere caduta”.

L’annullamento da parte del Tar e la vittoria

“È palese che noi abbiamo tutto il diritto di manifestare e io rifarei tutto quello che abbiamo fatto. Questo è stato un sopruso, noi abbiamo vinto per la seconda volta ed è bello leggere alla fine di questa sentenza che noi ne usciamo completamente puliti e dobbiamo essere orgogliosi di aver manifestato il nostro dissenso in questi due anni però ribadisco il fatto che se siamo riusciti ad arrivare a questo punto, il rispetto dei nostri diritti è perché siamo stati sempre tutti uniti perché l’unione è la cosa che paga.

Dobbiamo unire tutte le categorie, solo così riusciremo a far finire questa dittatura. Secondo me è l’ora di finirla di chiacchierare, le piazze son servite per creare consapevolezza, adesso è il momento di agire. Sempre nel modo più giusto possibile, io denuncerò il questore, persone così che fanno parte dell’Istituzione non si devono permettere di rovinare una persona. Dobbiamo essere uniti e mandare a casa questo Governo dittatore”.