È arrivato il momento che i giornalisti del mainstream si assumano le loro responsabilità. Per gli eventi che non hanno saputo anticipare, che non hanno saputo raccontare o che hanno finto di non capire.
In questi giorni in tanti trattano la mia previsione su Draghi e Renzi come se fosse frutto di un colpo di fortuna. Nicola Porro commentandola ha detto “certo, se scommetti sempre che il titolo Fiat cali arriverà davvero”. No, caro Porro. La mia non è stata una scommessa a ripetizione, né una previsione. La mia è stata una anticipazione di quello che doveva essere evidente a ogni analista politico.
Invece avete finto tutti di non vedere comportandovi come le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.
A chi gli chiedeva come giudicasse la mia previsione lui risponde “Caz**te!”
Io nutro una grande stima per questo giornalista, ma una risposta del genere fa capire quanto lo stipendio di un giornalista dipenda dal fatto che certi eventi non li capiscano.
Dov’è la caz**ta? La mia è stata l’analisi di ciò che stava accadendo nelle stanze che contano davvero.
Io lancio un appello amichevole: possiamo confrontarci. Voglio avere l’occasione di spiegargli come ci sono riuscito. Quali sono le mie fonti, il mio metodo analitico, le organizzazioni che seguo. La prossima “previsione” se vuole possiamo farla insieme.
Ma se il suo stipendio dipende dal fatto che queste dinamiche non le abbia volute capire… allora è un’altra storia. Ma almeno la smetta di dire che sono caz**te.
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