Doveva essere il trionfo della democrazia, invece come prevedibile è stato il trionfo del solito imperialismo a stelle e strisce. La notizia riguarda il bombardamento in Siria gestito dagli Stati Uniti guidati dal “democratico” Joe Biden.
17 morti, questo l’effetto collaterale. Ma per la democrazia e il progresso questo è ben poca cosa.
Il copione ritorna sempre identico a sé stesso dal 1989: vi è lo Stato-canaglia dittatoriale, cioè non allineato con il consenso di Washington, che attende di essere gloriosamente liberato dal bombardamento umanitario e dall’imperialismo etico della gloriosa civiltà dell’hamburger. Che si è proclamata, senza che nessuno le attribuisse questo ruolo, come paladina del genere umano.
Dopo l’era di Donald Trump, che con tutti i suoi limiti aveva se non altro contenuto i conflitti nel mondo, possiamo ora essere certi che con il “democratico” e “progressista” Joe Biden si torna ai precedenti fasti dell’imperialismo USA senza limiti e senza ritegno.
È chiaro come il sole che sul piano geopolitico la monarchia del dollaro resta il principale nemico che più minaccia la libertà e la democrazia. Prepariamoci perché questo è solo l’inizio.
RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro
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