Non sono ore facili per la sanità calabrese, sulla falsariga degli ultimi anni di commissariamento. Dopo l’addio dell’ex commissario Saverio Cotticelli, che aveva scoperto in diretta tv di essere il responsabile del piano Covid (ancora da scrivere), sabato sera il Governo ha nominato al suo posto Giuseppe Zuccatelli.
Ma, appena scelto, il nuovo dirigente della salute pubblica calabrese ha dovuto fare i conti con un video risalente a maggio in cui affermava che “la mascherina non serve a un caz**” e che “per beccarti il virus, se io fossi positivo, devi stare con me e baciarmi per 15 minuti con la lingua in bocca, altrimenti non te lo becchi”.
Sotto accusa, insieme al commissario, è finita anche quella parte dell’esecutivo riconducibile alla nomina di Zuccatelli, ovvero Leu di Bersani e Speranza, che per le Politiche del 2018 avevano candidato alla Camera il nuovo commissario senza successo.
Allora, chi paga quando a sbagliare sono i controlli che dovrebbero controllare? Se lo è chiesto Massimo Giletti, ospite in diretta di Francesco Vergovich.
“Intanto ieri sera mi sembrava di essere di fronte a qualcosa di grottesco: il teatro dell’assurdo, la commedia all’italiana. Io mi pongo una domanda molto forte, fossi un calabrese sarei arrabbiatissimo perché la Calabria è una zona rossa non per colpa dei calabresi che non rispettano le regole. Ma perché non hanno i posti letto covid, i posti in terapia intensiva. E’ questo il dramma, come è possibile?”
“Lasciamo perdere ieri il commissario che ha detto cose pesantissime. Ma uno Stato che è tale si accorge di una persona che non funziona solo grazie alla televisione? Io rimango basito. E’ questo il dramma di questo Paese. Nessuno paga quando sbaglia. Difficilmente qualcuno si dimette.
Ieri Cotticelli a un certo punto dice ‘sono stato chiamato a Roma e mi hanno detto di accollarmi altri 100 milioni di un debito del 2014 che qualcuno aveva nascosto’. Ma vi rendete conto cosa fanno con i nostri soldi? Tanti punti interrogativi dietro sta storia. Ma soprattutto l’evidenza che un Paese così non ne esce. Perché se gestiscono il covid questi personaggi…”
“Ma il problema è chi hanno messo al posto del commissario. Se tu devi dare un segno di discontinuità pesante, la dai nominando un persona che non appartiene al sistema. E’ lì solo perché è amico di Bersani e del ministro Speranza. Se questo Paese vuole cambiare bisogna nominare persone capaci, competenti, non intrise del sistema. Sennò non cambierà nulla”.
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