Giunta ormai al termine l’avventura di Arkadiusz Milik al NAPOLI, in procinto di trasferirsi alla ROMA, vien voglia di tracciare un identikit di ciò che l’attaccante polacco è stato finora e potrà essere in carriera.
Giocatore indiscutibilmente forte, caratterizzato da una media gol degna dei migliori attaccanti d’Europa, che però finora non ha mai convinto in pieno i suoi tifosi anche in virtù del duplice ravvicinato infortunio ai legamenti crociati delle due ginocchia che ne hanno condizionato la mente più ancora che il fisico.
Due i maggiori pregi. Due i maggiori difetti.
1) SINISTRO DELIZIOSO
Preciso, più ancora che potente, Arek Milik riesce spesso col suo piede sinistro a lasciare il segno. Non solo nella capacità realizzativa ma, molto spesso, con il suo primo controllo di palla.
Oltre a delle splendide reti realizzate con precisissimi “tiri a giro” di sinistro, tra le reti maggiormente ricordevoli nella sua carriera in maglia azzurra ci sono i 3 calci di punizione realizzati nel 2018/2019 (stagione in cui soltanto Leo MESSI è riuscito ad eguagliarlo in questa speciale statistica) ed anche le due fantastiche reti, sempre in quella stagione, realizzate sui campi dell’Atalanta e proprio della Roma: in entrambi i casi il sinistro potentissimo è arrivato dopo un suo stesso magico primo controllo… sempre col piede sinistro.
2) GRANDISSIMA CAPACITÀ NEL GIOCO DI SPONDA
Tra gli attaccanti moderni, Milik è probabilmente tra i migliori nel giocare il pallone con il petto e, in generale, nel far salire la squadra grazie al suo enorme lavoro in arretramento.
In una speciale graduatoria su questo aspetto tecnico, come i tifosi giallorossi ben sanno, l’attaccante più forte è molto probabilmente Edin DZEKO.
La grossa perdita che sotto questo aspetto la Roma avrà con la probabile partenza dell’attaccante bosniaco verrà dunque fortemente mitigata dall’arrivo del miglior sostituto possibile.
1) INCAPACITÀ MENTALE DI REGGERE LA CONCORRENZA
Milik ha ampiamente dimostrato in carriera di rendere al meglio SOLO quando è indiscutibilmente al centro del progetto tecnico, senza che il suo ruolo sia messo in competizione con altri attaccanti, sia nelle squadre di club sia nella sua nazionale.
Le due migliori fasi della sua avventura partenopea sono state:
In tutti gli altri periodi però Milik si è mostrato incupito, succube della situazione, spesso incapace di reagire con prestazioni molto spesso insoddisfacenti quando chiamato in causa.
Ciò è accaduto anche nella nazionale polacca in cui finché è potuto essere titolare inamovibile al fianco dell’intoccabile LEWANDOSKI è stato spesso protagonista (come accaduto ad esempio nei Campionati Europei del 2016 disputati proprio in Polonia) ma da quando ha perso il posto da titolare, dapprima per gli infortuni e poi per l’esplosione di PIATEK, non è mai più riuscito a giocare nessuna partita di buon livello in nazionale (tanto è che in patria è ormai criticatissimo).
Di certo questa caratteristica negativa non sembra poter far di lui un attaccante da “grande squadra” (in cui ovviamente le alternative di livello non possono mancare)… assimilandolo quindi molto di più ad attaccanti da “squadre di provincia” che nel giusto contesto possono essere capaci anche di primeggiare nella classifica dei marcatori.
La scelta della Roma per Milik in questo momento sembra essere la più indovinata di tutte in quanto i giallorossi, nel caso probabile in cui dovessero perdere DZEKO, si ritroverebbero a garantire all’attaccante polacco il “contesto tecnico” di cui lui ha bisogno… in una squadra che di certo di provincia non è.
2) TOTALE ASSENZA DI KILLER INSTINCT
I tifosi partenopei, che fino alla fine del 2019, hanno comunque voluto molto bene a Milik, si ricorderanno di lui, purtroppo, più che per i suoi gol… (spesso belli ma raramente decisivi in positivo) per i suoi “non gol”… alcuni dei quali a dir poco clamorosi e spesso decisivi in negativo.
I due più famosi sono passati alla storia anche come due miracoli di due grandi portieri (DONNARUMMA e ALISSON), ma la realtà è che sono stati due potenziali gol che un Bomber vero (con la B maiuscola), soprattutto in quei contesti, non può e non deve MAI sbagliare… pur avendo di fronte grandi portieri:
Sono comunque tanti altre le reti “facili” non realizzate da Milik nel corso del suo quadriennio partenopeo, caratterizzato proprio dalla enorme mole di azioni d’attacco prodotte (più di qualsiasi altra squadra italiana) ma con percentuali realizzative bassissime.
La scelta del Napoli di sostituire Milik con OSIMHEN deriva proprio da qui: meglio avere un attaccante probabilmente meno dotato da un punto di vista squisitamente tecnico ma certamente più “famelico”. Con maggiore “Killer Instinct”. Vedremo se la scelta porterà i suoi frutti.
Vittorio de Gaetano
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