L’assurdo è che coloro che si considerano moderni, i difensori del mondo capitalistico, ragionano con un surplus in cui esiste un unico grado di libertà: la distribuzione del surplus tra risparmi, consumi e investimenti oppure la mera allocazione delle risorse.
Quindi il riutilizzo della conoscenza, il valore della conoscenza, l’efficacia della conoscenza sono, in termini di nuovo modo di ragionare, i postulati della ricchezza.
Ora, molti commentatori non vogliono affrontare queste questioni. Certamente è molto più comodo parlare di politica, parlare di argomenti con un linguaggio da bar. Voglio proporre, a chi segue le mie pillole, una diversa chiave di lettura.
Coloro che si considerano moderni, in realtà vi stanno proponendo un’economia bloccata. Vi propongono un’economia senza libertà, un’economia della schiavitù. Noi stiamo parlando di un’economia che è vecchia di 2/3 secoli.
Se invece voi considerate un’economia in cui il surplus è creato dalla conoscenza dell’uomo, allora voi capite perché nell’economia umanistica io chiedo la centralità della persona umana. Perché la centralità dell’uomo è una visione libera, non una visione di schiavi.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi
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