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Cosa sappiamo sul vaccino anti-Covid

Si è aperta ufficialmente al vaccino contro Sars Cov 2. Questa corsa è un percorso minato, lo sappiamo benissimo. Perché ci vogliono sperimentazioni molto lunghe sugli uomini prima di poter dire che il vaccino funziona.
Addirittura, nel caso di Sars Cov 1 che ovviamente gli somiglia molto, per varie ragioni si decise di non procedere ulteriormente con la ricerca di un vaccino che in infatti non fu né trovato né sviluppato.

Oggi al mondo ci sono alcune centinaia di casi di contagio all’anno ma niente di più. Dunque quella pandemia è rientrata già da tempo.
Nel caso dell’HIV, del retrovirus isolato nel 2008 che ha agito per tanto tempo tra i sapiens avendo trovato un terreno fertile di riproduzione fino ad arrivare a 64 milioni di contagiati e 34 milioni di morti, non fu e non è stato trovato ancora un vaccino. Quello è un virus differente, la sua diffusione è più lenta rispetto a Sars Cov 2, e la sua trasmissione dipende dai nostri comportamenti in maniera molto più controllabile che non Sars Cov 2.

Lì infatti ci vuole un contatto di siero e dunque un rapporto sessuale oppure un rapporto tra mucose insanguinate, o ancora, tra liquidi interni. In quel caso non si è arrivati al vaccino e si procede con un cocktail di farmaci, piuttosto costoso, che però salva la vita e cronicizza la malattia.
Nel caso di Ebola, un altro virus che ha quella trasmissione lì, non è stato trovato né elaborato un vaccino anche perché Ebola ha la caratteristica di essere parecchio letale ma è molto lento a riprodursi.

Sostanzialmente non è riuscito a rintanarsi ancora dentro gli uomini in maniera definitiva e si sta riposando in qualche ospite serbatoio. Lo sta facendo probabilmente in una scimmia. Questo per dire che quando si parla di vaccino bisogna stare molto attenti. Se saranno veramente pronti e testati, per cosi dire simili ai vaccino anti-influenza, allora quelli debbono cambiare necessariamente ogni anno. Sono soprattutto qualcosa che qualcuno fa non solo per proteggere se stesso, ma anche per proteggere gli altri.

Quella famosa immunità di gregge, che viene data quando la popolazione ha avuto il contatto con il virus, nel caso in cui ci sia un vaccino è davvero riproponibile. Nel senso che la maggior parte dei vaccinati difendono anche quelli che, seppure vaccinati, non avrebbero resistito all’infezione.
Così come le altre misure che facciamo in tempo di pandemie o in tempo di malattie, sono spesso rivolte ad aiutare l’altro piuttosto che ad aiutare noi.
Ma se lo facciamo tutti…

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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Mario Tozzi

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