La fase critica dell’emergenza sanitaria è ormai alle spalle, mentre la crisi economica sembra venirci dritta in faccia. Non pochi dubbi però emergono su come il Governo stia affrontando questa fase delicata e Mattia Feltri, direttore dell’ Huffington Post, scrive oggi un’articolo intitolato “Villa Pamphili: addio al parlamento, si va al ballo delle debuttanti“ per evidenziare alcune carenze nella gestione dell’Esecutivo Conte.
Gli “Stati generali dell’economia” annunciati dal Premier una settimana fa e già così tanto discussi prima del loro avvio, avranno luogo a Villa Pamphili nel silenzio delle Camere parlamentari che resteranno vuote.
Per avere un commento sulle scelte del Governo Luigia Luciani e Stefano Molinari hanno intervistato il direttore Mattia Feltri a “Lavori in corso”. Ecco le sue parole al riguardo.
“C’è un debutto: non è nel mondo della politica, ma nel fasto. I cittadini e gli uomini del popolo arrivano fino a Villa Pamphili per discutere agli Stati generali. Mi auguro che si mettano anche delle parrucche.
Questa era una legislatura che doveva stabilire la vetustà del Parlamento, dei suoi riti e della sua macchinosità. E ci sono riusciti perché si va a discutere di come investire i 55 miliardi a Villa Pamphili. E non è neanche detto che alla fine si vada lì”.
“La cosa più bizzarra di tutte è che ieri sera sembrava il grande documento del Governo. Poi ci si è trovati di fronte ad una situazione abbastanza surreale. Il Pd ha detto subito che il piano non gli piaceva mica tanto. Il Movimento 5 Stelle ha detto che non gli piaceva proprio per nulla. Berlusconi ha detto che gli piaceva abbastanza. E Salvini ha detto che gli piace del tutto. Quindi questo Governo ha chiesto a Colao un piano che non piace al Governo, ma piace all’opposizione.
A me sembra bizzarro che venga messa in piedi quella squadra, venga prodotto quel documento e alla fine dice che è una cosa come le altre. Allora non bisognava farlo quel comitato lì. Non si capisce qual è lo scopo. Oppure lo scopo era produrre un documento che piacesse all’opposizione piuttosto che alla maggioranza…”
“Noi per avere del denaro dall’Unione Europa dobbiamo proporre un piano di riforme. Se non si propone il piano di riforme i soldi del Recovery Fund non arrivano. Quindi a me sembrava di aver capito, ma forse sono ingenuo, che la task force dovesse redigere un piano che fosse almeno per il 60-70% quello che avrebbe adottato il Governo. Invece si scopre che non è così.
Mi sembra veramente un mondo sottosopra. Chiunque di noi quando ha bisogno di un idraulico lo paga in base a quelle che sono le sue aspettative.
Manine dello Stato contro Conte e Governo? La classica difesa di chi sta a fine corsa. Io ho sempre pensato che durante la pandemia lui fosse saldissimo e appena finita sarebbe cominciata la guerra. La guerra a Conte è cominciata”.
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