Il 2 giugno non è stata una tradizionale giornata di festa. Lo spettro del Coronavirus ha allontanato il ricordo del 1946 e reso più nitide le ombre del 2020. Lo si è visto nel corso della giornata. Dapprima con una non convenzionale cerimonia all’Altare della Patria, seguita dalla visita a Codogno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Poi con le due manifestazioni contro il Governo organizzate nel centro di Roma a poche ore l’una dall’altra. Nella mattinata si è svolto lungo via del Corso il corteo di protesta del centrodestra unito. Nel primo pomeriggio è toccato invece ai gilet arancioni che hanno presidiato piazza del Popolo.
Si è trattato di una serie di eventi che, se non fosse per il periodo eccezionale, difficilmente avrebbero trovato spazio in una data come il 2 giugno. Per commentare quanto accaduto Luigia Luciani e Stefano Molinari hanno intervistato il senatore del Movimento 5 Stelle Ettore Licheri. Ecco il suo intervento a “Lavori in Corso”.
“Il Governo ha fatto i provvedimenti che doveva fare. Ha messo i soldi che doveva mettere. Parliamo di quasi 100 miliardi. E’ vero non stanno arrivando, stanno arrivando faticosamente… stanno arrivando con una lentezza che è difficile da sopportare. Ma perché non diciamo agli italiani che questi sono i nodi da sempre rimasti irrisolti in Italia.
Quando sento Forza Italia che sta mattina dice dobbiamo contrastare la burocrazia. Forza Italia ha governato questo Paese per vent’anni. Salvini è in Parlamento dal 2008 e ieri in televisione mi sento dire burocrazia zero. Quando lui la burocrazia l’ha vista crescere e rinforzarsi.
L’Italia non è la Germania, non è la Francia. Ma ha messo più soldi di Germania e Francia rispetto a quelle che erano le loro capacità. Si tratta ora di trovare un modo per semplificare queste procedure ed arrivare più velocemente alle tasche degli italiani. Ma tu risolvi questi problemi facendo i cortei il giorno della festa della Repubblica?”
“Oggi sarebbe dovuto essere il giorno della riflessione. Oggi avremmo dovuto ricordare quel 2 giugno del 1946. Quando persone affamate, che conoscevano la fame, si sono sedute tutte intorno ad un tavolo. Parlo dell’Assemblea Costituente.
E invece cosa abbiamo? Da una parte le immagini di Codogno, il saluto della città alle istituzioni, al Presidente della Repubblica. E dall’altra abbiamo i carabinieri a Roma, che oggi si sarebbero dovuti mettere la divisa della festa. E invece hanno dovuto mettersi il casco e lo scudo.
Questo giorno è diventato il giorno degli slogan, dei vaffa e degli insulti. Il Movimento 5 Stelle avrebbe capito che nessuno ha la bacchetta magica, nessuno ha la ricetta in tasca”.
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