Una vita da mediano per Maurizio Borghetti, medico radiologo in servizio presso l’ospedale di Crema, che, a seguito della crisi sanitaria che ha colpito e piegato in due il nostro paese, condivide nella sua pagina Facebook pensieri di speranza: “17 aprile – 21 maggio, dopo 34 giorni anche il dott. Burioni conviene sul fatto che qualcosa è cambiato e il virus maledetto potrebbe essere attenuato”.
E se è vero che i dati sono ben più evidenti ai clinici, direttamente schierati sul campo di battaglia, non dobbiamo dimenticarci dei radiologi. È lo stesso Borghetti, che, intervenuto ai nostri microfoni, si paragona a Oriali: “Noi radiologi forniamo le palle..ai gol ci pensano gli altri. Noi dobbiamo accertare la malattia”.
Ecco le sue parole durante l’intervista di Luigia Luciani e Stefano Molinari a “Lavori in corso”.
“Le differenze sono notevoli, diametralmente opposte. Il tampone dà un’elevata presenza di falsi negativi, (così come è stato dimostrato in Cina 33% di cento falsi negativi). Anche noi lo abbiamo riscontrato. La positività col test almeno per quanto riguarda la parte clinica va presa con le pinze.
I dati della TAC sono molto importanti perché fanno vedere polmoniti che non possono essere viste in altro modo. È vero che non si possono fare le tac a tutti… Sostanzialmente l’80% cento delle persone contagiate o non ha sintomi o ne ha molto lievi. In presenza di epidemia virale che non produce sintomi è evidente che occorrerebbe un test da fare almeno al 70 cento della popolazione. I tamponi sono stati fatti solo al 10% popolazione. Ho sempre detto…andiamo più dietro a evidenza della patologia, …diamo più retta alle TAC. Quanto all’RX nel caso del covid non è sufficiente. Non dice l’estensione.. le radiografie sono da usare sì, ma come supporto. La cosa principale è la TAC”.
“Si è ridotta la carica virale…grazie al distanziamento abbiamo impedito al virus di riprodursi e replicarsi. Se non infetta il virus muore. Sono state utili le misure di distanziamento. Hanno tolto al virus il pane dalla bocca! Questo già da tempo si è verificato. Lo dico già da metà aprile. Può darsi che sia cambiato qualcosa nel virus stesso e che siano intervenute delle mutazioni. Però sono argomenti che non mi permetto di discutere perché questo non è il mio campo di competenza.
Di fatto oggi il virus non riesca più a dare una malattia importante. Ciò è dimostrato dal progressivo miglioramento dei ricoveri, ma non solo Crema anche negli altri ospedali.
Le misure di distanziamento, anche se hanno portato a disastri economici…in quel momento era impensabile fare diversamente. Di sicuro è servito. Però dico, mentre vai a valutare, devi valutare la malattia non solo il contagio…..vai a vedere le TAC!”
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