“I contributi a fondo perduto? Sono soldi della Commissione Europea che comunque vanno restituiti“.
Curiosa definizione da parte di un autorevole membro del governo, perché da quel che sapeva il sottoscritto (che si occupa di finanza agevolata) un contributo a fondo perduto non va restituito.
Altrettanto curiosa è l’affermazione secondo cui i soldi sarebbero della Commissione Europea, perché mi pare che quello sia denaro che gli abbiamo dato noi e che dunque andrebbe – quello sì – restituito in maniera molto maggiore rispetto a quanto accaduto finora sulla base di regole fissate da altri.
Il contributo a fondo perduto è uno strumento utilizzabile per finalità di politica socio-economica, funzionale per situazioni di anormalità.
Negli anni ’90 usavamo sistematicamente i contributi a fondo perduto e il meccanismo era certamente più immediato di quello attuale: erano soldi italiani che andavano alle imprese italiane per creare posti di lavoro, fare ricerca e innovazione e via discorrendo.
All’epoca c’era però un piccolo particolare: avevamo, anche se per pochi anni ancora, la sovranità monetaria.
Avendo noi svenduto quest’ultima per quattro seggiole e tre lenticchie di carriere personali oggi non è possibile usare il contributo a fondo perduto, è una sorta di tabù, così come il bonus fiscale: tutte parole che danno molto fastidio e che per questo continuiamo a dire.
Già, perché non si può continuare a prendere in giro le persone dicendo di aver dato chissà quanti miliardi all’economia italiana, cari signori del governo.
Quello che avete dato sono stati due decreti in cui immettete credito di firma, cioè avete messo una firma su un foglio di carta da presentare alle banche per far indebitare chi, non lavorando, non può pagare dipendenti e fornitori.
Tutto il resto sono discorsi sul nulla.
Alla fine pagheranno gli imprenditori senza avere nulla dallo Stato, perché quei soldi concessi dalle banche li renderanno con il loro lavoro.
In sostanza gli imprenditori e i liberi professionisti sono gli schiavi di questo paese.
Hanno delineato il confine tra cittadini di Serie A e cittadini di Serie B, un sistema che si può definire semplicemente razzista.
Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi
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