La terapia al plasma domina da giorni la cronaca, tra fake news e pareri positivi e sembra destinata a far parlare ancora per molto.
E’ arrivata il primo maggio la conferma di Nature, importante rivista scientifica sulla quale vengono pubblicati i più prestigiosi risultati e le più importanti ricerche scientifiche: il plasma è al momento il nemico principale e acclarato del Covid-19.
Nonostante ciò permane la paura e il dubbio, come quello sulle controindicazioni e sugli choc anafilattici che si possono verificare in caso di trasfusioni sanguigne incompatibili, nonché sul prezzo, che di recente soprattutto in TV vocifera essere piuttosto elevato.
A chiarire il tutto a Lavori in Corso è intervenuto il biologo Simone Filiberto, ex dipendente della Baxter di Rieti che, appunto, produceva plasma fino a pochi anni fa.
Ecco la sua testimonianza privilegiata quale produttore e donatore di plasma nell’intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani.
“Noi lavoravamo il plasma che veniva dai centri di raccolta in tutta Europa, forse questo nessuno lo sa.
Si può raccogliere con la plasmaferesi: in sostanza donando il sangue questo viene poi scisso, avendo una parte corpuscolare e una liquida. Al paziente viene poi rinfusa la parte solida, un’operazione semplicissima.
Per quanto riguarda l’azione del plasma gli effetti indesiderati di cui si parla, come l’incompatibilità, non possono esserci perché il plasma è omologo, cioè è una sostanza che abbiamo tutti.
Non è come il sangue intero in cui troviamo tanti fattori diversi che possono incidere negli choc anafilattici: col plasma questo non può accadere perché il 92% è costituito da acqua, il restante 8% da proteine.
In Tv dicono che costa tantissimo? Costa tantissimo quella che dicono loro, in realtà il costo del plasma è molto basso.
Io ho fatto per 25 anni la plasmaferesi, ero donatore quindi ne sono al corrente: grosso modo una sacca di plasma da 600 ml può costare intorno ai 75-80€.
Purtroppo si spinge sempre verso dove c’è il denaro“.
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