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Attualità

Coronavirus anche nelle lacrime ► Il Prof. Vaia parla della scoperta dello Spallanzani

Per un’Italia che fatica a ridurre i contagi da Coronavirus ce n’è un’altra che intrevede la luce in fondo al tunnel. Il riferimento è all’area centrale e meridionale del Paese che anche oggi registra un andamento calante dei casi di positività.

Tra le Regioni che stanno affrontando una discesa rientra anche il Lazio: “Oggi registriamo un dato di 78 casi di positività e prosegue un andamento stabilmente sotto i 100 casi e un trend al 1,3%” ha riferito l’assessore regionale alla Salute Alessio D’Amato. Insomma il territorio romano e laziale si avvicina con passi sempre più grandi alla fase 2.

Per un commento su quanto sta accadendo Stefano Molinari e Luigia Luciani hanno intervistato il professore Francesco Vaia, direttore sanitario INMI Lazzaro Spallanzani di Roma.

Modello Lazio

Questa mattina abbiamo inaugurato 20 nuovi posti letto di terapia intensiva dopo soltanto 30 giorni di lavoro. Ringrazio il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che questa mattina era con noi ad inaugurare insieme al ministro Speranza, il presidente Zingaretti e l’Assessore D’Amato.

E’ un esempio del motivo per il quale a Roma e nel Lazio le cose vanno meglio. Perchè abbiamo avuto la capacità e la saggezza di capire che la terapia intensiva è uno strumento indispensabile in questa lotta contro il Coronavirus. Quindi abbiamo triplicato i nostri posti letto in terapia intensiva, da 15 a 55.

Un altro motivo è stata l’intuizione che la terapia andasse adeguata. Abbiamo lavorato tantissimo in questo senso. E poi, adesso, l’integrazione di 300.000 persone sottoposte a sieroprevalenza negli ospedali come il nostro, nei cluster, nelle Rsa, nelle case di riposo.

Oggi io ho scritto il bollettino numero 85, dalla coppia cinese in poi. Sono 85 giorni che io e i miei colleghi lavoriamo senza sosta, senza un sabato o una domenica. Questo è alla base del nostro modello. L’impegno costante di tutti, la qualità della nostra offerta e l’oculatezza di come testare la popolazione”.

Lacrime da Coronavirus

I colleghi come la professoressa Capobianchi e il professore Di Caro da tempo eseguono i tamponi nel condotto lacrimale dove hanno visto una positività. Non ci deve preoccupare perchè è una questione di tempo della sopravvivenza del virus.

Allo stesso tempo abbiamo consigliato agli operatori di fornirsi di occhiali, come strumento di prevenzione.

Noi abbiamo zero infetti tra i nostri operatori sanitari. Significa che sono stati protetti bene e si sono protetti bene. Questo è un altro nostro grande orgoglio”.


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