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“Stato non più in grado di garantire a tutti diritto alla salute: al nord scelgono già chi deve vivere e chi no” ► Antonellis

La nottata di sabato resterà certamente nelle pagine della storia italiana recente.
Dal dopoguerra, come sostengono i più longevi non si vedeva un esodo del genere, parliamo ovviamente dei lombardi che fuggono previa approvazione del decreto: scappano più veloci le notizie, che al Governo non riescono a mantenere in stato di segretezza.

Le carceri vedono numerose rivolte dei detenuti, che non accettano le misure di sicurezza governative e alle lunghe il dissenso potrebbe espandersi a macchia d’olio lungo tutta la penisola secondo Marco Antonellis.
La firma di Dagospia, direttore di ‘Palazzi e Potere’ è intervenuto a ‘Un giorno speciale’ commentando il caos italiano nell’affrontare l’emergenza coronavirus e delineando il quadro che a breve potremmo vedere coi nostri occhi ogni qual volta varcheremo la soglia di casa.

“Rischiamo l’emergenza democratica: al nord lasciano già persone fuori dagli ospedali” ► Antonellis

La gestione del Governo

Pessima, è esattamente quello che un Governo serio e autorevole non dovrebbe fare, sono stati compiuti degli errori politici e di comunicazione. Vedo adesso lo stesso imprinting di quel che è successo sin dalla maldestra gestione dell’inizio di quest’epidemia. Siamo intervenuti in ritardo con misure a macchia di leopardo, con delle zose rosse che Conte non vuole chiamare così, come se il problema fosse di forma e non di sostanza.

Possibile crisi democratica?

Si rischia una catastrofe umanitaria, economica e di democrazia. La rivolta delle carceri lo sta a dimostrare.
Lo Stato italiano in questa fase non è in grado di garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute: già adesso al nord si decide chi deve vivere e chi deve morire perché non c’è spazio per tutti.

Con le rivolte carcerarie rischiamo di mettere a repentaglio anche la sicurezza dei cittadini. Non sarà certo facile riprendere i carcerati fuggiti, a Foggia sono decine.
Sono fatti mai accaduti a memoria nella nostra storia repubblicana, dal dopoguerra in poi non si era mai vista una cosa del genere.

“Oggi nelle carceri, domani nelle strade”

Oggi c’è una rivolta nelle carceri, domani potrebbe esserci una rivolta nelle strade se malauguratamente il fenomeno non verrà arginato a breve, per questo parlo di possibile emergenza democratica: mettiamoci nei panni di persone che tra qualche giorno non avranno più lavoro o avranno chiuso l’azienda. Potranno avere qualcosa da parte, ma prima o poi i soldi finiranno


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