Hanno folto molto discutere le ultime frasi pubblicate da Vittorio Feltri sui propri social network in merito al coronavirus:
Parole che hanno sollevato un ampio dibattito circa l’opportunità o meno di politicizzare un’emergenza sanitaria che sta colpendo gravemente l’Italia. Siamo infatti il terzo paese al mondo con la più alta diffusione del virus, i contagi sono arrivati a oltre 230 e le vittime al momento sono 6.
“Bisogna essere prudenti e attenersi ai consigli divulgati sui media, ma io non mi faccio prendere dal panico. Stamattina Milano sembrava quella del tempo di guerra, la gente è terrorizzata. Giornali e televisione non parlano d’altro.
Se il Governo avesse dato retta al Governatore Fontana della Lombardia e Zaia del Veneto – cioè avesse imposto delle quarantene e delle chiusure, specialmente dei locali dove ci sono assembramenti, come le scuole – oggi non saremmo arrivati qui. Tanto è vero che ha Prato è il luogo dove ci sono decine di migliaia di cinesi eppure non ce ne è uno che abbia preso questo virus. Quale è il motivo? Che sono andati in quarantena spontaneamente.
Il mio tweet era una metafora, nel senso che quasi sempre si parla del sud come subalterno rispetto al nord. Invece in questo caso facendo un raffronto tra il colera e lo sconosciuto coronavirus credo che il vantaggio vada a Napoli e non certo a Milano e alla Lombardia. È un tweet fattuale. Adesso lo sport più praticato in Italia è accusare Libero di fare titoli violenti. Non capisco dove sia l’elemento offensivo di questa espressione.
Semmai si dovevano arrabbiare i lombardi e non i napoletani. Dove è l’affronto? Io invidio i napoletani che non hanno il virus, non si può? Non posso invidiare i napoletani che non hanno il virus? Faccio una critica ai napoletani e si arrabbiano, manifesto invidia per loro si incazzano…”.
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