Neuro-Festival
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Cominciamo dalla fine: Amadeus chiude – si fa per dire eh! – con Rancore, ma lui non è incazzato con nessuno, non lascia alcun Bugo insomma. È solo una questione di scaletta: quella su cui Irene Grandi continua a rallentare.

Stasera alla Lamborghini si è vista un po’ di carrozzeria in più. A proposito, non si potrebbe cambiare una consonante? Io farei “Musica, il T – esto scompare”.

Rivedo Sabrina Salerno che canta “Boys boys” e mi sento improvvisamente come la canzone di Pelù: “Gigante”. Vabbè a tarda ora non ve la debbo nemmeno spiegare.

A proposito dell’ex leader dei Litfiba, uno dei pochi che ancora può permettersi il pantalone di pelle, va detto, il gilet sul torace villoso impone il cambio anagrafico: Piero Peluche.

Ma Morgan? È bastata un’ora di Bugo per farlo sospendere. Vabbè, scusate.

Comunque il ragazzino nelle prime file in realtà non era il figlio di Amadeus: era l’abbonato Rai all’inizio del Festival.

Cristiano è come se ci fosse stato tutte le sere: Georgina, Sabrina Salerno, Diletta Leotta, Mara Venier, Elodie… CR Tette.

È Biagio Antonacci o Freddy Krueger? Nel dubbio, a dilatare i tempi ci si mette anche lui: “Ti saprò aspettare”. L’abbonato Rai aveva i capelli come quelli di Antonacci al Festivalbar, quando è entrato.

Con un occhio mezzo chiuso, già a notte fonda, milioni di italiani nel monitorare il display col podio hanno pensato di aver inavvertitamente cambiato canale sul National Geographic: Pinguini, Gabb – i – ani, a un certo ognuno Edoardo Pesce.

Passa così tanto tempo che Dracula mi si assopisce accanto, mentre si completa la metamorfosi di Gabbani in Marco Columbro.

Alle due e diciannove del mattino, la diretta è sfociata in tortura, tipo goccia (non cinese possibilmente, comunque la quarantena dura meno del Festival). E ancora non c’è il vincitore; non sulla Rai perlomeno.

Alla fine vince Diodato: campionato, Coppa Italia, Europa League e un paio di tornei estivi. Non sto delirando, è che nel frattempo è arrivato l’orario delle partite. E poi Diodato sembra Pjanic.

Amadeus aveva detto che il vincitore sarebbe arrivato entro l’una. Avremmo dovuto capire tutto dal naso.

Alle due e trentuno c’è finalmente l’ultimo annuncio. Hanno svegliato il sindaco di Sanremo apposta. Mi inginocchio come Achille Lauro. Anzi, no.

Il vincitore ricanta “Fai rumore”. La signora del piano di sopra tira una secchiata d’acqua.

È quasi l’alba: in mezzo alla rugiada è spuntato un Fiorello.

Paolo Marcacci

Paolo Marcacci

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