Cominceremmo, anzi cominciamo da un distinguo, che rende giustizia a tutta una cultura, oltre che alla coscienza di un popolo: – Il tedesco dei campi non era il tedesco di tutti i giorni…anche da questo punto di vista la realtà dei lager era una realtà “altra”, parallela. – Lo disse e lo scrisse anche Primo Levi, del resto; lo ha ribadito stamattina Tatiana Bucci, reduce e superstite, assieme a sua sorella Andra, dal più indicibile abominio del ventesimo secolo. Davanti a una scolaresca, gli alunni della scuola media “Maria Capozzi”, durante un incontro tenuto presso una delle sale del cinema “Andromeda”.
– In fondo ero una bambina, alla fine degli anni trenta, che viveva la sua vita e tante cose non le capiva; non capiva come il mondo stesse cambiando attorno a lei; non decodificava la paura sul volto dei genitori, dei parenti, degli altri familiari e degli amici… –
Talvolta non tutto si riesce a trascrivere; questa vorremmo che fosse una di quelle volte, andando forse oltre il dovere di cronaca.
– Il quattro, quattro del quarantaquattro: la data del nostro arrivo ad Auschwitz – Birkenau. Sei anni io, quattro mia sorella Andra. Con noi il nostro cuginetto, Sergio. Eravamo assieme nel Kinderbloch, il blocco destinato ai bambini che sarebbero “serviti” per le sperimentazioni di Mengele e di altri – cosiddetti – scienziati suoi sodali. C’era una “blockova”, una delle prigioniere reclutate tra i criminali comuni, che fece in modo di proteggerci: un po’ di cibo in più, quando riusciva, qualche strato di stoffa supplementare da metterci addosso. Perché ricordo soprattutto il freddo, un freddo assoluto, anche se arrivammo all’inizio della primavera. –
La blockova in questione non allevierà soltanto le sofferenze dell’esistenza nel lager, per Tatiana, Andra e Sergio. Si adopererà per salvare loro la vita, confidando un segreto: non fare un passo avanti quando quel signore sarebbe arrivato a chiedere chi volesse rivedere la propria mamma. Quella mamma con cui Sergio viveva in simbiosi. Andra e Tatiana, che rimasero ferme alla fatidica domanda, avevano in qualche modo cercato di istruire anche Sergio, che non seppe resistere alla prospettiva di rivedere la madre.
Sergio, assieme ad altri diciannove bambini, costituiva uno dei venti “pezzi”, perché servivano venti “pezzi” utili per gli esperimenti. Finì i suoi giorni nella cantina di una scuola alla periferia di Amburgo il 20 aprile 1945, a pochi giorni dalla resa incondizionata della Germania. I giovani corpi erano stati brutalizzati dalle sperimentazioni, i cadaveri appesi a un gancio.
– Forse, per quanto ne so, quel signore giunto a fare l’appello poteva essere Mengele in persona; probabilmente era davvero lui… – ricorda Tatiana Bucci, con un tono di voce asettico, con il controllo ormai definitivo delle emozioni, che se possibile rende più terribile il racconto.
– E tutto quel fumo, quell’odore particolare, tutto il giorno, dal grande camino, che si disperdevano nel vento. Proprio come nella canzone di Guccini. E non sapevamo cosa fosse a bruciare di continuo, non potevamo nemmeno immaginare…
Tornate, Andra e Tatiana, a differenza di Sergio, dopo una serie di peripezie; dopo soste e cure trovate in più di un angolo d’Europa: tutte vicende raccontate nel loro libro.
E un’immagine, tra le altre, che lascia di sasso una platea di decine e decine di quattordicenni, mai forse così silenziosi, in vita loro, fino a questa mattina: – Un giorno qualcuno riuscì a farci avvicinare nostra madre, nel lager. Quando la vedemmo così magra, sofferente, senza più capelli e con solamente un po’ di stracci addosso, ci rifiutammo di avvicinarci a lei. Quando sono diventata madre io, ho ripensato migliaia di volte al dolore incommensurabile che devo averle provocato. Non riesco a perdonarmelo, ancora oggi. –
Paolo Marcacci
Max Verstappen 10Colpo grossissimo, meglio di quello che conduceva Smaila. Riapre il Mondiale per la…
Il piano di 28 punti sulla pace in Ucraina è stato presentato la scorsa settimana…
“Papà, come si fanno le divisioni? Mi aiuti a fare i compiti?” e il padre,…
L'Inter torna alla vittoria grazie al suo capitano. In una noiosa partita di domenica alle…
Il campione piemontese, reduce da una stagione davvero difficile, è oggetto di clamorose voci di…
Ottime notizie per tutti quei contribuenti che, per svariati motivi, devono ancora qualcosa allo Stato:…