Archiviate le elezioni in Emilia qualche parola possiamo già spenderla per le prossime regionali: quattro grandi regioni vanno al voto in primavera.
Cosa augurarsi? Innanzitutto un tono più disteso, più pacato e più incentrato sui contenuti.
Queste elezioni hanno avuto un tasso di conflittualità talmente immotivato e violento che si può sostenere tranquillamente di poterne fare a meno.
Al di là del significato politico che le prossime regionali e le regionali in generale inevitabilmente assumono, ci sono tante cose da dire sul locale.
Negli ultimi anni è stata governata bene la Puglia?
Si può fare di meglio in Campania?
Le Marche possono dare qualcosa in più?
La Toscana potrà continuare nella sua posizione di centralità?
Queste sono le domande possibilmente da porre a gente di cultura, facciamo crescere il livello e la caratura di chi partecipa: ci guadagnano tutti, anche coloro che perderebbero, i quali accetterebbero più di buon grado un candidato dell’altra compagine che non sia pessimo. C’entra anche la qualità della vita dell’uomo, purtroppo non ce ne ricordiamo mai.
Ci affidiamo a coloro che tengono più dritta la bandiera, invece che più dritta la schiena e più acceso il cervello: affidiamoci a candidati di cultura, non di appartenenza.
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