La sentenza della Corte dei Conti sullo stipendio di Fabio Fazio ha chiarito una volta per tutte la vicenda. Dice, riassumendo, che la cifra è pienamente giustificata in rapporto alle entrate che il suo programma riesce a raccattare dal punto di vista pubblicitario.
Il programma di Fazio costa inoltre circa il 50% in meno di altri programmi della stessa rete: è uno schiaffo clamoroso nei confronti di chi non vuole vedere a prescindere certe cose. Anche nella televisione pubblica c’è dunque un ritorno pubblicitario che può essere reinvestito al fine di migliorarlo il servizio pubblico.
Poi c’è sempre qualcuno che può dire che Fazio non gli piace, ma questo riguarda tutti i personaggi televisivi: Vespa piuttosto che la Gabanelli, Sanremo piuttosto che il Commissario Montalbano; difatti il servizio pubblico italiano non è certo tra i peggiori del mondo proprio perché si cerca di accontentare tutti.
Se poi si utilizza un introito per valorizzare e migliorare altri programmi del servizio pubblico può essere solo un bene per tutti, perché quello che fa Fazio fa guadagnare anche gli altri, fa mettere in programmazione programmi che da soli non avrebbero la forza di esistere.
Non solo per questo Fazio ha ragion d’esistere come l’hanno altri programmi: non è mai un bene troncare una voce, e semmai un bene averne di più e se qualcuno tira la carretta anche per altre voci è soltanto un bene per tutti.
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