Il Diavolo veste Ibra. O questo è quanto sembra accadrà: archiviata l’esperienza a Los Angeles il fuoriclasse svedese torna ad atteggiarsi in modo luciferino su Instagram.
Occhi rossi, smoking nero, in attesa di vestire le stesse tinte in assetto sportivo.
Per Ibrahimovic al Milan sono ore di fremito.
Il grosso della trattativa è fatto e si attende praticamente soltanto che lo svedese si materializzi a Milanello in una seconda venuta che divide, tra esaltazione e scetticismo.
L’età è il principale argomento di dibattito, l’arrivo da un campionato che non è certo tra i più competitivi non fa che alimentare il fuoco delle discussioni e i dubbi.
Una sola certezza: il nome, la storia, un po’ come il Milan attuale. Zlatan Ibrahimovic lo ha dimostrato nella sua carriera: quando ha sollevato dubbi ha poi sempre smentito gli scettici. Non potrebbe non essere così per un amante delle sfide come lui, il Milan per Ibrahimovic è soprattutto questo. Non a caso il 5-0 subito dai rossoneri per meno dell’Atalanta non ha minimamente scalfito la sua volontà di tornare.
Un compito innanzitutto gli sarà affidato, prima del riportare l’entusiasmo e la cattiveria: riportare i gol e far passare quel digiuno insopportabile di punti e di urli a San Siro.
Quanti ne farà? Lo abbiamo chiesto ai nostri esperti.
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